Cassino, la maratona delle polemiche. E c’è chi resta a casa

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Sarebbe dovuta essere una domenica all’insegna del divertimento, dello sport e dell’inclusione, ma qualcosa sembra essere andato storto. Domani si svolgerà “Corriamo verso Montecassino”, appuntamento atteso da appassionati e da atleti professionisti e non. Nell’ambito della manifestazione avrebbero voluto partecipare due piccoli atleti disabili. Ad accompagnarli sarebbero stati dei volontari. Una pratica ormai diffusa quella di portare disabili di qualsiasi età su carrozzelle speciali per poter permettere loro di partecipare a questo tipo di manifestazioni. I due ragazzini hanno 13 e 10 anni e non aspettavano altro che “mettersi in marcia” accompagnati dagli angeli custodi.

L’intoppo

Ma sembrerebbe, per quanto riportato dai volontari che avrebbero dovuto scortarli e da persone a loro vicine, che qualcosa sia andato storto. Dai racconti forniti, infatti, sembrerebbe che gli organizzatori in un primo momento non avrebbero ammesso la partecipazione di questi ragazzi a causa di alcune problematiche tecniche riguardo le strade da percorrere inserite nella maratonina. Ai ragazzini sarebbe stata “concessa” solo la partecipazione alla camminata di poco più di 300 metri alle 8.30 di mattina, dedicata ai diversamente abili.

Il disappunto e il “contentino”

Grande il disappunto da parte dei volontari, dei bimbi e delle famiglie che ci tenevano in particolar modo. Tutti loro per oltre una settimana hanno provato ad ottenere libero accesso alla manifestazione chiedendo ad altre associazioni supporto ma anche ad amministratori e a persone di riferimento nell’ambito dello sport. Come risposta un silenzio pesante e un No grande come un macigno hanno spento le speranze dei bimbi e dei volontari. Questo fino a ieri sera alle 21 quando sarebbe arrivato l’ok a partecipare alla manifestazione previa la firma di alcuni documenti riguardo la responsabilità per la partecipazione. Un richiesta presumibilmente fatta solo a loro come partecipanti e non agli altri atleti. Oramai però, anche con molta amarezza, sia i volontari che le famiglie hanno preferito non partecipare ritenendo questa concessione un contentino e una gran presa per i fondelli oltre che un gesto discriminatorio. In una manifestazione che dovrebbe invece essere inclusiva.

A pagarne le spese i piccoli protagonisti

Il dispiacere più grande è per i piccoli partecipanti, che tanta emozione e tanta gioia stavano provando in questa lunga e ingiusta attesa. Uno di loro ha già partecipato a diversi eventi. Non è raro vedere queste carrozzine “speciali” sfrecciare anche nella maratona di Roma e in altre manifestazioni nazionali e internazionali.

“Ormai è troppo tardi. O meglio….d’istinto mi verrebbe da dire che non andando gli facciamo il favore di “non rompergli le scatole” levandogli ogni pensiero”. Ha commentato un genitore. “Però il loro consenso a farci partecipare facendo assumere ai genitori la totale responsabilità di eventuali danni e incidenti non mi piace per nulla. È la prima volta che partecipo ad una gara podistica e non me ne intendo di regolamenti, ma non credo che chiederanno la stessa dichiarazione anche agli altri runner….e questo fa vedere che in questa corsa i disabili non erano proprio stati considerati visto che il percorso è tale da poter essere rischioso…(ma solo per loro)”.

“Abbiamo partecipato a decine di gare, molto ma molto più numerose di questa. Mai nessuna società sportiva ci aveva fatto una richiesta del genere”. Tanta amarezza per una giornata che si sarebbe potuta vivere tutti insieme all’insegna dello sport, della condivisione e dell’inclusione.

In gara non per la vittoria, ma per esserci

Nessuno dei due ragazzi avrebbe voluto partecipare per “vincere”, ma semplicemente per prendere parte a questo evento insieme a tutti gli altri. I volontari hanno fatto di tutto, hanno provato per giorni a trovare una soluzione, ma quella che è arrivata, estremamente tardiva, non è bastata a dare la giusta dignità a due bambini che volevano solo vivere una bella esperienza.

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