Cassino si prepara a festeggiare San Benedetto

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“Il Corteo in festa” si terrà il 19 marzo in Piazza Diamare dalle ore 17:00 e prevede una serie di eventi in susseguirsi, tra cui la “Rievocazione del processo che ha dato origine al Placito Cassinese”.

Dom Luigi Maria di Bussolo ha sottolineato l’importanza di tale rappresentazione che vede coinvolti alcuni figuranti del Corteo, “il Placito Cassinese è il documento più importante che abbiamo in Abbazia, la lingua e la letteratura italiana hanno origini da questo scritto. Ringrazio la Professoressa Antonietta De Luca per aver avuto questa intuizione, offrire alla città di Cassino questa rappresentazione può essere l’occasione, lo stimolo per capire quanto sia avvenuto a quel tempo che ha segnato l’inizio della nostra storia linguistica e letteraria.”

Rivivremo una pagina di storia che viene da un passato lontano, ma che riguarda l’Italia intera da molto vicino.

Torniamo in epoca medievale, non al 13° secolo a cui si ispirano gli abiti del Corteo, ma ancora più indietro, per la precisione al 10° secolo, al 960, anno in cui nasce il primo documento ufficiale della nostra amata lingua italiana.

Questo documento conservato a Montecassino, noto come “Placito Cassinese o Capuano”, sottolinea la Professoressa De Luca, Direttrice del Corteo “è frutto di un processo che si svolse a Capua, ma che riguardava una controversia fra Montecassino e un proprietario terriero di Aquino, è doveroso che ad interpretarlo nella loro semplicità siano alcuni figuranti del Corteo Storico “Terra Sancti Benedicti”.

Questo scritto ha sfidato i secoli e le innumerevoli disavventure del Monastero Benedettino, seppur rimanendo intatto e ben conservato.”

La storia

Al suo interno la testimonianza, la frase in volgare “Sao ko Kelle terre, per Kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti” trascritta così come pronunciata dai tre testimoni.

Questo Placito è stato pubblicato per la prima volta nel 1734 da Don Erasmo Gattola, il monaco cassinese che così definì le testimonianze “parole della balbettante lingua italiana”… che tre secoli dopo, il Sommo Dante eleggerà a lingua letteraria.

Gli attori saranno alcuni figuranti, tra i personaggi interpretati i più importanti, l’Abate Aligerno (Dante D’Andrea) ed il Signore di Aquino Rodelgrimo (Massimiliano Minchella), alla presenza del Principe di Capua Landolfo II (Mario Valente), del Giudice Arechisi (Domenico D’Aguanno) e del notaio Atenolfo (Enzo Parmisano) che presenzieranno il processo sul possesso delle terre di Flumetica.

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