Cassino, Comune: dal campo largo al campetto della parrocchia è un attimo

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Come tanti cassinati siamo rimasti “inermi” ad osservare il via vai fuori e dentro il Palazzo. Le continue annunciazioni, ipotesi, indiscrezioni. Mentre in Comune si pensa ad “ammassare”, rimpastare, far lievitare in forno e contare il numero di pieghe giuste per una giunta ben sfogliata, la città è lì. La politica procede restando ferma, dietro le porte e nei corridoi si decide per il futuro di questa città, o almeno per i prossimi mesi.

Un campo largo, questo l’obiettivo del sindaco quando ha deciso, dopo la debacle delle provinciali e il bis delle regionali, di azzerare la giunta. Poi però è iniziato il gioco e, tra chi ha bluffato, chi aveva una mano di carte non troppo buone e chi invece offre “consigli” pur non essendo seduto al tavolo, ecco che il caos ha preso largo. Allora ecco che il gioco delle parti è diventata l’arma migliore, neanche Pirandello sarebbe riuscito a fare di meglio. “Bisogna allargare, in previsione delle prossime amministrative”. Ma questo campo largo sta diventando sempre più un campetto della parrocchia, dove a giocare e a scegliere le squadre sono sempre gli stessi. E qualcuno sarà destinato non solo a restare in panchina, ma a tornare a casa sconsolato. Nonostante abbia portato da bere e da mangiare.

La super strategia della supercazzola prematurata

Ma chi davvero ha voluto tutto questo? Una decisione frutto di una strategia super strategica. Un certo senso di sottile (poco sottile) vendetta per le scelte degli amministratori degli ultimi mesi? O la mano oscura e occulta di qualche “agente esterno”? Ma chi ha voluto la testa di chi? Perché, anche in questo caso, la responsabilità viene rimpallata tra sindaco, consiglieri, indicazioni interne, consigli esterni e chi più ne ha più ne metta. Poi sono usciti nomi e volti, richieste e proposte, qualcuno è scattato in difesa, altri non si sono proprio pronunciati se non dicendo “per me non cambia niente, andava bene così come era”.

Una settimana fa la riunione e la comunicazione da parte del primo cittadino. Nell’occasione si è sfiorata la rissa. Il clima, già teso da mesi ormai, si è fatto sempre più difficile. Nel mezzo il weekend delle primarie del Pd con gli amministratori davanti alla sede divisi in gruppetti che neanche alle scuole medie. Giornate di consultazioni che neanche Mattarella. Poi le chiamate che si sono susseguite dai consiglieri agli ex assessori, da ex assessori a ex assessori, tra ex assessori confermati e ex assessori che quasi certamente non rientreranno in campo. E ancora riunioni, confronti, l’invito a chi sarà fatto fuori di restare al fianco di questa amministrazione, nell’ottica delle prossime amministrative. Altro che Gioco dell’oca, qua il “Campo Largo” sarà il must della primavera. Il terreno di gioco però sembra essersi piuttosto ristretto. Dal campo largo dell’Olimpico, si è passati invece al campetto dell’oratorio di don Ciccio. Con scappellamento a destra.

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