Cassino, un centro che divide e una visione che non piace

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Dopo annunci, presentazioni e tanto clamore sembra che l’iter per la pedonalizzazione del centro sia partita. I cittadini osservano non senza dubbi quanto sta accadendo. Se l’entusiasmo per piazza Diamare, non di tutti ma di molti, aveva rinvigorito le posizioni della maggioranza, in questa fase chi governa Cassino forse dovrebbero ascoltare un po’ la città e i suoi abitanti.

Da qualche giorno il centro è chiuso per permettere le operazioni di controllo del georadar, considerata la numerosa presenza di reperti bellici sul territorio comunale e non solo. Ma molti commercianti, cittadini, residenti e fruitori quotidiani della città martire hanno mostrato più di qualche disappunto attraverso i social, davanti ai bar e scambiando due chiacchiere. Insomma, non è tutto oro quel che luccica.

Tra chi incalza e invoca un cambiamento di visione e di concezione, c’è chi sottolinea che il cambiamento dovrebbe passare per una visione anche di ottimizzazione e razionalizzazione delle risorse e della città così come è stata ricostruita. Insomma non si può parlare di centro storico e paragonare Cassino a città europee o borghi antichi, perché purtroppo non lo è, e bisogna riqualificare con coerenza.

Un cittadino, tra i tanti, ha espresso la sua opinione sui social. “Si sta deturpando Cassino solo per interessi personali. Se non si investono soldi pubblici non c’è guadagno per chi li gestisce. Vorrei solo sapere se agiscono così scelleratamente a casa loro”. Scrive il signor Franco. “Corso della Repubblica deve rimanere così come è da anni. È inutile che si intervistano pochi commercianti che fanno i contenti solo per piacere personale. I soldi pubblici possono essere investiti in modo più ragionevole. Usiamo la testa”.

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