Continuano le disavventure degli utenti al Santa Scolastica. Un settantenne si è recato nella struttura per effettuare dei prelievi di sangue, tutto è andato bene, fino a che il personale è andato in tilt: mancava infatti il cerotto per tenere fermo il batuffolo di ovatta dopo il prelievo. Il personale sanitario ha cercato negli armadietti, da una stanzetta all’altra. L’uomo ha aspettato qualche minuto, poi ha rassicurato il personale ed è andato via. “Credo che sia inammissibile lasciare queste persone a lavorare in queste condizioni. Son tutti molto gentili e mi hanno chiesto scusa, come se la colpa fosse la loro. Invece la colpa è del sistema. E mentre i politicanti se la battono a suon di promesse, annunci e proclami vari, a chi combatte ogni giorno in quella trincea restano solo i malumori dei pazienti e spesso gli insulti. Il sistema proprio non va”.
Insomma, sicuramente niente di grave, la mancanza di un cerotto non rappresenta un limite enorme. Ma immaginare che non ci siano, a volte, neanche le dotazioni basilari per poter procedere con prestazioni semplici come un prelievo del sangue, è di poco conforto per un intero territorio. Da anni si parla di ritardi, problematiche, mancanza di assistenza adeguata. Spesso le persone puntano il dito contro gli infermieri, i medici del pronto soccorso. Ma la coperta è corta, molto corta, e non solo restano scoperti i piedi, a volte anche le gambe sono al freddo. E’ questo quello che merita il territorio? Che meritano le migliaia di pazienti che contano di far riferimento sul nosocomio cassinate ma che poi finiscono per mettersi in auto e fare chilometri?
Eppure le cose potrebbero andare meglio, in alcuni reparti si lavora senza sosta portando a casa grandi risultati per i pazienti. Un sorriso non manca ma non basta. Intanto i pazienti quotidianamente segnalano qualcosa che non va e nel frattempo procede “allegramente” la campagna elettorale.
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