Cassino: regionali, la Tamburrini si svincola e mette avanti l’unità

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Inutile dire che una scelta del genere poteva venire solo da una donna. Difficile vedere un “collega” decidere di fare un passo indietro per il bene di un progetto condiviso e iniziato tre anni fa. Semmai se ne sono visti spesso nel senso contrario, un “sacrificio” (!) a farsi avanti per un “sommo bene” del territorio nonostante le avversità. L’unità, spesso una parola buttata nei discorsi e nelle dichiarazioni, una parola che non è vuota. E se qualche “analista” interpreta questa decisione come la vittoria di una fazione, piuttosto che dell’altra. Di un esponente piuttosto che di un altro. Allora siamo al palo, con una catena molto corta. Il malcontento e i malumori vissuti nelle mura del palazzo di piazza De Gasperi si proiettano da mesi e settimane sulla città. Sui cittadini e sulla gestione del territorio. Può una paventata poltrona, ipotizzato scranno, fare la differenza per i cittadini? Nella quotidianità? Qualcuno non la pensa così, e questo qualcuno ha un nome e cognome, un volto e una storia. Che può piacere o no. Ma che c’è.

Mariaconcetta Tamburrini ha dato una disponibilità, ha posto delle condizioni, non ha riscontrato quanto richiesto. Cosa ne pensano i suoi colleghi? Cosa ne pensa il sindaco? Cosa ne pensa la gente? Ad ognuno il proprio giudizio. La propria analisi e interpretazione. Riunioni segrete, incontri a porte chiuse, strategie da Richelieu o vedute alla Mazzarino. La fantapolitica lasciamola alla fantagestione del bene comune. In settimana si chiudono i giochi, a scegliere chi vincerà non saranno i giocatori ma gli spettatori. La gente.

La dichiarazione

“La prima condizione che avevo posto per considerare seriamente una mia candidatura alle regionali, era la non spaccatura della nostra maggioranza.
Oggi, nel non-senso di tutto quello che sta emergendo, e non solo a Cassino, quella che vedo non è spaccatura: è una vera e propria frammentazione, non certo sulla mia persona, quanto sull’opportunità di procedere con una candidatura o meno.
La mia prima ed unica condizione è venuta meno: e io non sono disponibile ad accettare una candidatura che rischia di mettere in pericolo quel “progetto” iniziato tra anni fa e che, ancora oggi, ha l’obiettivo di continuare a cambiare in meglio il volto della città in termini di bellezza, crescita, cultura, innovazione, attenzione agli ultimi, e di farlo rimanendo fuori dai giochi di potere autoreferenziale in cui non sempre il rispetto della persona e il bene comune sono i perni intorno a cui ruotano le scelte.
Ringrazio il Sindaco Salera e tutti i Consiglieri che avevano pensato a me, ma sono certa che la mia decisione è anch’essa “servizio” alla mia comunità, alla mia città e ai cittadini che rappresento, oltre che “lealtà” ad un progetto che deve essere capace di rilanciarsi e continuare a guardare avanti con la forza delle idee che diventano risposte vere e concrete”. Maria Concetta Tamburrini

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