Cassino: puzze, rifiuti e indifferenza

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Mentre dietro alle porte e nei palazzi si consumano incontri e accordi che neanche nel “Trono di spade”, la città versa in uno stato da terzo mondo. Il centro, il “salotto” come molti ancora si ostinano a chiamarlo, è sporco, con carrellati sparsi ovunque. E mentre molti cittadini puntano il dito contro commercianti e titolari di bar, che a volte in realtà fanno i furbetti, c’è anche un altro aspetto. Chi dovrebbe vigilare e regolamentare la distribuzione dei carrellati? Chi decide come e dove metterli? Chi dovrebbe controllare lo stato di usura e di pulizia di questi “potenti mezzi” della differenziata? Non si sa, forse qualche entità aliena che al momento non è dato sapere se si trovi su questo pianeta.

Più che salotto… ripostiglio

Ed ecco che la pavimentazione marmorea sotto i portici è ormai un’opera d’arte, non si sa di quale corrente. Sporcizia, striature mefitiche, lunghi segni di percolato depositato ormai da anni. Grandi gruppi di carrellati disposti in mezzo alla piazza. Nell’area giochi a ridosso del tribunale altri carrellati. I commercianti si sono arrangiati nel tempo come meglio potevano.

Ma spostandosi di poco dalla piazza la situazione non cambia. Ecco quindi che in via Bembo i “ragazzotti” del centro anziani da mesi segnalano i disagi causati dai carrellati sparsi qua e la sui marciapiedi, alcuni proprio sotto le finestre. O in piazza Garibaldi, il biglietto da visita della città, il primo scorcio che vede chi arriva in città con il treno. Oltre alla sporcizia, anche lì carrellati pieni di buste e rifiuti.

La guerra a chi critica a prescindere

Ah certo, ma non è vero. E’ cattivo e di parte chi critica. “Qua si critica a prescindere!”. Tuona qualcuno. “E chi c’era prima di noi? Non ha fatto niente, ha fatto solo guai”. Sarebbe questo il modo corretto di vedere la gestione della città? Siccome ottanta anni fa c’era la guerra e la distruzione oggi dovrebbe andar bene così, che tanto è meglio della guerra. E’ tempo di guardare avanti e di farlo per quelli a cui si va a chiedere il voto a ridosso delle elezioni. Bisogna ascoltare i quartieri e non solo “concedere” qualche soldino per feste ed eventi. Passata la festa gabbato lo santo.

Poco green e tanti dubbi

Chi si ostina a voler vedere la città come una città green, proiettata verso il futuro, una città smart, più che visionario dovrebbe farsi vedere da un professionista competente. “Cassino come le capitali europee, la bellezza ci salverà”. Sarebbe meglio iniziare dalle basi, come la pulizia, tanto per dirne una. Ma forse, chissà, sono più interessanti le strette di mano e i “caffè” consumati nella penombra. Così da poter mettere le mani su quello che resterà di Cassino.

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