Cassino, un centro Antiviolenza per rompere il silenzio

5 MIN

Un bando che prevede la realizzazione e la gestione di un centro antiviolenza a Cassino. Dopo la Casa Rifugio, un altro passo per raggiungere e aiutare le vittime di violenze e abusi. In prima fila l’assessore Mariaconcetta Tamburrini che fa il quadro della situazione in città. E traccia la rotta.

Una nuova occasione per Cassino. Cosa rappresenta il Centro Antiviolenza per il territorio?

“L’apertura di questo Centro Antiviolenza è importantissima soprattutto per due motivi fondamentali. Il primo è prettamente strategico: con il futuro Centro Antiviolenza si completa sul territorio la presenza di tutte le tipologie di strutture dedicate alla tutela delle donne e dei rispettivi bambini vittime di violenza. Il secondo motivo è strettamente politico. Come amministrazione e come assessorato alle pari Opportunità abbiamo voluto fortemente prima una Casa Rifugio e poi un Centro antiviolenza sul territorio. Significa che questa amministrazione ha davvero scommesso sulla necessità  di dare risposte concrete. E che l’azione politica è frutto di  una strategia di impegno e di progettualità condivisa,  ampia e inclusiva”.

Che differenze ci saranno con la Casa Rifugio?

“La differenza già prevista dalla L.R. n°4/2014 e dalle relative Linee Guida. Il Centro sarà una struttura che accoglierà gratuitamente donne di tutte le età che hanno subito violenza o che si trovano esposte alla minaccia di ogni forma di violenza e, nell’eventualità, anche i relativi figlie/e minorenni. La Casa Rifugio continuerà a essere una struttura ad indirizzo segreto. Con l’obiettivo di proteggere donne che hanno subito violenza e i loro figli, fornendo loro  gratuitamente e indipendentemente dal luogo di residenza,  alloggio sicuro. E preoccupandosi di salvaguardarne  l’incolumità fisica e psichica. E’ chiaro che, in un contesto di collaborazione e sinergia, le due strutture collaboreranno in modo sistematico”.

Questo è un percorso portato avanti con impegno: quali sono gli obiettivi?

“L’obiettivo è quello di contribuire in modo concreto e fattivo alla costruzione di un contesto sociale più giusto. Dove la differenza di sesso, etnia, religione o qualsiasi altro fattore scatenante che possa esistere. Non sia più presupposto di violenza e di prevaricazione. L’obiettivo è quello di affrontare con coraggio, lungimiranza e determinazione un fenomeno che purtroppo continua ad essere negativamente molto presente nei nostri notiziari. L’obiettivo è quello di creare contesti di sensibilizzazione che aiutino le donne vittime di violenza. A prendere coscienza del fatto che non sono sole e che “denunciare” è il primo passo nel percorso verso l’abbattimento totale di questo terribile fenomeno”.

Come donna e madre quale messaggio vorresti mandare alle donne e alle ragazze?

“Uscire dal silenzio: è questo il messaggio più forte che mi sento di dare! Uscire dal silenzio e abbattere il muro della paura in cui spesso queste donne si lasciano chiudere ed imprigionare. Perché nel momento stesso in cui avranno il coraggio di farlo, scopriranno intorno a loro un mondo speciale. Pronto ad accogliere la loro sofferenza e a trasformarla piano piano in motivo di rinascita e  riscoperta di sé”.

C’è stato in questi anni qualche caso particolare che ha attirato la sua attenzione?

“Molti… purtroppo. Ma uno in particolare mi ha colpito per l’efferatezza delle violenze subite. E per l’annullamento della personalità che ho visto mettere in atto. Ma anche  per la forza che la donna coinvolta ha saputo trovare in se stessa. Non solo è riuscita a denunciare e a uscire dal vortice violento in cui era intrappolata. Si è anche trasformata in “impegno sul campo” per aiutare altre donne a prendere coscienza della loro situazione. Mi sono sempre interessata nel mio piccolo della sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Da quando sono assessore entrare in contatto con tutte le realtà che mi sono trovata a conoscere, ha davvero dato volti concreti e nomi reali ad una terribile realtà. Rendendo il mio impegno ancora più determinato”.

Come immagina il futuro di queste donne, di queste ragazze?

“Non devo immaginarlo, di alcune ho avuto l’opportunità di conoscerlo. E’ un futuro in cui la donna, aiutata dalle operatrici, ha saputo fare chiarezza in tutto ciò che le è accaduto, maturando una nuova coscienza di sé. Una coscienza libera, autonoma e desiderosa di riappropriarsi della propria vita. Ecco allora che il suo futuro sarà una conquista costante e graduale di tutto ciò che la farà sentire Donna con la D maiuscola. Perché scoprirà di essere una Donna che è stata capace di reinventarsi trovando dentro di sé una forza che non pensava di avere. E’ chiaro che in questo percorso le strutture come i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio, con la professionalità e la dedizione delle operatrici specializzate, hanno un ruolo fondamentale ed insostituibile. Ed è per questo che ogni Amministrazione dovrebbe farsi carico di sostenere queste strutture sul proprio territorio”.

Si parla di violenze di genere e spesso si pensa solo alle donne. Ma tra le vittime di abusi ci sono anche uomini e ragazzi. Questo è un fortissimo tabù. Cosa si sente di dire su questo aspetto?

“Che anche in questo caso è necessario dare risposte concrete e  immediate, sensibilizzando, informando e formando. Creare una mentalità rispettosa delle differenze, significa creare una società capace di farsi carico del più debole. E non di abbandonarlo alla mercé di chi vuole abusarne o sfruttarlo. Significa creare un contesto dove la parola “inclusione” non è uno slogan da propinare dai palchi e con i microfoni. Ma una realtà da realizzare passo dopo passo con il coinvolgimento di tutto e di tutti. Quando si incomincia a “scavare” nel mondo della tutela del più debole, si ci rende conto che ogni conquista rilancia un nuovo obiettivo e che ognuno di noi deve sentirsi responsabile di tutto ciò che verrà o non verrà fatto. E se a fare questa considerazione è un amministratore al servizio della comunità che lo ha scelto, allo responsabilità ed impegno devono centuplicarsi”.

Quali sono le tempistiche per la realizzazione effettiva della struttura tra bando e assegnazione? E dove sarà collocata?

“Considerando che il bando scade domani, nella speranza che ci siano risposte concrete e realizzabili, la struttura potrà entrare a regime presumibilmente tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Sarà sicuramente nella città di Cassino, ma la collocazione dipenderà dalla proposta fatta dall’associazione che si aggiudicherà il bando”.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare sul sito del Comune di Cassino “Amministrazione trasparente – Avvisi e bandi – In corso”.

Clicca qui le leggere ulteriori notizie

Lascia un commento