Mollicone, la battaglia non finisce qui

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La famiglia di Serena Mollicone e la figlia del brigadiere Santino Tuzi ospiti a Estate in diretta” su Rai Uno. Consuelo e Gaia, sorella e cugina di Serena e Maria figlia di Santino hanno parlato di quanto accaduto venerdì in tribunale. “Una sentenza che noi familiari non ci aspettavamo” ha detto Consuelo. “Una sentenza dolorosa, sofferta. Anche perché aspettavamo qualcosa di migliore. Soprattutto per mia sorella ma anche per mio padre che oggi non c’è più”.

La battaglia di Guglielmo andrà avanti

“Abbiamo visto grande rabbia in quei momenti. Immagino che ricorrerete in appello” ha incalzato il conduttore. “Sicuramente. Siamo ancora fiduciosi. crediamo ancora nella giustizia”. Ha evidenziato Gaia Fraioli, cugina di Serena. “E’ l’unica cosa che ci rimane da fare perché Serena purtroppo non ce la ridà nessuno. E soprattutto perché mio zio ha lottato per 19 anni. Ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca della verità e della giustizia per sua figlia. Noi che siamo rimasti non possiamo non continuare questa battaglia. Le battaglie di mio zio non devono essere vane”.

Il dolore di Maria Tuzi

Anche Maria Tuzi ha voluto ribadire la sua posizione. “Purtroppo la delusione è stata tanta. Pensavamo che forse ci sarebbe stata una diminuzione degli anni richiesti, ma una condanna ce l’aspettavamo. In base a quello che abbiamo portato in aula eravamo sicuri di una condanna. Dopo la sentenza la delusione e la rabbia sono state davvero tante”. “Contro chi urlavi all’uscita dal tribunale?” le ha chiesto il conduttore. “Urlavo contro uno degli imputati, Francesco Suprano. Non solo collega di mio padre, anche suo grandissimo amico. Io ero molto arrabbiata soprattutto con lui perché avevano un bellissimo rapporto. Credo che mio padre non abbia detto tutto quello che sapeva anche su di lui. Tutelandolo fino alla fine. Mi fa male dover ascoltare in aula questa persona che difende se stessa e accusa mio padre. Deve difendersi, tutti hanno diritto a farlo. Ma di certo non è necessario accusare una persona innocente”.

Attesa per le motivazioni

Ospite in trasmissione anche l’avvocato Daniele Bocciolini che ha ripercorso quanto accaduto cercando di dare un’interpretazione alla sentenza di venerdì scorso. Ci sono 90 giorni per conoscere le motivazioni. Solo allora, presumibilmente, il quadro e i motivi della decisione presa dalla corte potranno essere più chiari. “Aspettiamo le motivazioni” incalza Gaia. “Rispettiamo la sentenza perché siamo delle persone corrette. Sicuramente la verità verrà fuori ogni oltre ragionevole dubbio”.

La vita in caserma

“Cosa vi raccontava della vita in caserma” ha chiesto il conduttore a Maria riguardo il padre Santino. “Lui ci raccontava sempre molto poco del lavoro in casa”. “Prima dell’arrivo del maresciallo Mottola mio padre mi faceva capire che in caserma era come una grande famiglia. Ci si aiutava l’uno con l’altro e si andava tutti d’accordo. Dopo l’arrivo dei Mottola ricordo una cena. Fino ad allora le cene si facevano con le famiglie. In quell’occasione vennero invitati solo i carabinieri. Il giorno dopo chiedemmo come era andata la serata. Lui ci disse che questo maresciallo non voleva che si facessero cene con le famiglie. E che non sarebbe andato più a queste serate. Non ci spiegò cosa fosse successo o per quale motivo. Le cose erano cambiate”.

L’appello di Consuelo

Poi l’appello di Consuelo. “Serena è viva e aspetta giustizia. Tutte le persone gridano la giustizia per lei. Merita di avere il nome di un colpevole. Sono passati 21 anni e noi ancora stiamo aspettando risposte”. Un appello al quale si sono uniti i conduttori. Al quale si unisce un intero Paese. “Anche quando a volte ci siamo sentiti soli – ha aggiunto Gaia – quando alle manifestazioni c’eravamo solo noi della famiglia, mio zio ha sempre sorriso. “Serena ci guarda, siamo qui per lei”. Serena era una, ma è la voce di tutte le donne che hanno subito episodi di violenza. Oggi più che mai”.

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