Mi chiamo Tommaso e….volevo solo giocare

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Mi chiamo Tommaso, ho 4 anni e sono felice se vedo un cagnolino o un gatto. Mi chiamo Tommaso e voglio bene a mamma e papà, ma anche ai miei compagni. Mi chiamo Tommaso, fa caldo e adoro giocare all’aria aperta. Mi chiamo Tommaso, questa mattina sono andato a scuola. Mi chiamo Tommaso e….volevo solo giocare.

È arrivata una macchina

Mi chiamo Tommaso, è arrivata una macchina e non potrò più costruire castelli di sabbia, raccogliere conchiglie al mare, mangiare un gelato e soffiare le candeline sulla torta di compleanno. E’ accaduto tutto così, una giornata come tante di fine anno scolastico. Il caldo, la scuola, quel grembiulino che finisce arrotolato nello zainetto. Poi le risate, le manine sporche e le goccioline di sudore che bagnano quei ciuffetti ribelli. Il peggior incubo di un genitore, accompagni tuo figlio a scuola e accade qualcosa che te lo strappa via per sempre.

Lacrime sui volti dei grandi

Una macchina sfrenata, una discesa ripida, un cancello che non trattiene e tuo figlio, là dietro, con il suo sorriso e le manine sporche di erba. Con Tommaso altri cinque bambini, quattro fortunatamente sembrerebbe feriti in maniera lieve, e uno portato in un nosocomio di Roma. Tutte le preghiere ora sono per lui. Nella scuola, nel giardino e dietro le finestre il micromondo di una materna. Tanti occhietti, manine e nasini all’insù, che hanno visto caos, ambulanze, lacrime sui volti dei “grandi”. Ma cosa sarà successo? Perché tutti corrono? Ora bisogna pensare a loro.

Quella maledetta macchina

Tutelarli, proteggerli e sostenerli. Oggi, però, tutti sono i genitori di Tommaso, che hanno ricevuto la chiamata più brutta del mondo. Oggi tutti sono la mamma che ha lasciato la macchina su quella maledetta discesa. Un gesto che avrà fatto così spesso da non sapere neanche quante volte. Quella maledetta macchina che poteva piantarsi ovunque ma No. Non su quel cavolo di cancello. Un cancello che divide il mondo di “fuori” da quello dei bimbi, fatto di scivoli e insetti da imparare a conoscere. Una città si è fermata, una regione si è fermata, l’intero Paese si è fermato. Proclamato il lutto cittadino. La vita si è fermata nella frazione Pile a L’Aquila. Una tragedia inimmaginabile ripetono tutti. Mi chiamo Tommaso, spiegatemi cosa è successo.

Bisognerà aspettare per permettere alle autorità di ricostruire quanto accaduto.

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