Nell’articolo di domenica 15 gennaio che è possibile trovare a questo link, abbiamo proposto ai lettori un sondaggio relativo alla loro preferenza riguardo la produzione elettrica con energia nucleare.
Abbiamo posto la domanda perché l’Eurostat aveva pubblicato dei dati relativi alla produzione nucleare in Europa. Energia prodotta al 25% da fonti nucleari posizionate in nazioni confinanti con l’Italia o molto prossime a noi.
Il sondaggio non ha raccolto moltissime risposte. Ma circa 200 lettori hanno espresso la loro opinione: l’80% circa è favorevole alla produzione di energia elettrica attraverso fonti nucleari mentre il 20% circa è contrario.
Chiaramente i numeri non esprimono un’opinione diffusa, ma abbastanza indicativa e schiacciante.
La politica nazionale tende ormai verso l’energia pulita e l’utilizzo delle fonti rinnovabili, soluzione facilmente praticabile in Italia viste le numerose risorse disponibili, fiumi per l’energia idroelettrica, vento per quella eolica e sole per quella solare appunto. Secondo le nostre fonti, il principale operatore energetico nazionale ha già provato a l’utilizzo esclusivo di queste fonti per distribuire l’energia in tutta Italia, ma l’esperimento di un giorno non basta per garantire certezze nel lungo periodo.
L’energia nucleare garantirebbe quella continuità di energia necessaria a sopperire i cali di produzione delle energie rinnovabili, che dipendono da troppi fattori per dare stabilità alla produzione. È per questo motivo, e per gli accordi europei tra nazioni che ad oggi acquistiamo corrente da altri stati (anche corrente prodotta con nucleare) e paradossalmente la vendiamo quando ne abbiamo in eccesso.
La scelta di una produzione autonoma è chiaramente in controtendenza rispetto alle dinamiche di condivisione europee, ma potrebbe aiutare a calmierare i prezzi che troppo dipendono dall’import extra europeo.
Il nostro sondaggio sul nucleare è solo una provocazione, un modo per mettere in evidenza che una parte seppur piccola di abitanti potrebbe essere favorevole ed in controtendenza rispetto al referendum di parecchi anni fa sul nucleare.
Parlare oggi di ripristinare il nucleare a oltre 30 anni da Černobyl’ è come se tra oltre 30 anni ci si preoccupasse del distanziamento sociale, cosa oggi fondamentale, tra 30 anni speriamo non sia così.