RESPIRO – Quando a parlare è solo la natura

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Ci sono momenti del giorno, alcuni minuti nelle 24 ore, dove a parlare è solo la natura.

Nonostante la città si stia svegliando in quegli istanti sembra tutto fermo, attimi infiniti nel “finito” mondo che abitiamo. I rumori della città vengono travolti dal risveglio della natura. Un momento che risuona nei nostri istinti più intimi e che conduce il nostro corpo a lasciarsi gongolare in un vero e proprio stato mistico. Chi soffre di insonnia, sa bene che quello è il preciso, più delle volte, unico istante che la nostra testa trova pace e quindi dolcemente ci si assopisce per poi essere inghiottiti dalla quotidiana vita terrestre.

Il racconto

Come spesso accade, la sera, dopo una lunga giornata impegnativa, vengo accolto dal calore familiare. La mia bimba iperattiva, inizia a rallentare anche lei i suoi ritmi. Una passeggiata in giardino, la cena e la piccolina si abbiocca sul divano. Approfitto per coccolarmi il piccolino, che dopo poco vedo addormentarsi nella sua culla. Ad incuriosirmi il suo “carion”. Una musica dolce, mentre le “apine” girano sospese, seguita dal battito di un cuore che lentamente svanisce, il suono incessante del mare che lentamente si smorsa e lascia voce alla natura.

Immortalare l’istante

Il piccolo dorme, molla il ciuccio e porta le braccine in alto indice che va tutto bene. Qualche piccola sgambettata ed i suoi primi sogni iniziano ad accompagnarlo nella buia notte. Approfitto della calma per parlare con mia moglie, dopo di che sono sul letto a pensare a quel “carion”, a quei suoni.

Nella mia mente scannerizzo tutte le mie esperienze e facilmente ricostruisco secondo per secondo ogni preciso istante ed ogni singolo suono dove “fermare” ed immortalare quel preciso istante.

Spegnere il cervello

La sveglia alle 5 del mattino, lentamente scivolo dal letto, scendo in cucina, scaldo un po’ di latte e finisco di vestirmi. Lo zaino con dentro gli strumenti di lavoro è già pronto e lo ripongo in macchina. Un’ultima “orecchiata” ai piccoli per vedere se possa occorrere ancora qualcosa ed avvio il motore. Non sono neanche le 6, la giornata di lavoro sarà lunga e stressante. In testa ho sempre quel carion, Prendo la superstrada e raggiungo la litoranea, dopo alcuni km metto la freccia e mi accosto in una piazzola di sosta. Per un attimo riesco a spegnere il cervello e quell’assordante richiamo della routine urbana. Mi siedo sul cofano della mia auto. Nello scendere, sento indistintamente il battito del mio cuore, lento, profondo. Alzo lo sguardo e il mare ruba il mio sonno. Mi vedo la giù in quell’immenso blu.

L’alba di un giorno nuovo

Le onde cullano i miei sogni. La luce pian piano aumenta, il sole sorveglia le montagne: è l’alba di un nuovo giorno. Respiro sempre più lentamente quasi a fermare il cuore. Ascolto il fischiare del merlo ed il cinguettio dei piccoli passeracei provenire dalle siepi. In cielo alcuni migratori ed il canto di un fagiano maschio che cerca la sua compagna. Socchiudo gli occhi e tutto sembra quasi un sogno. Il borbottio del motore di una barca che esce dal piccolo porticciolo interrompe quell’attimo, sul mio volto si imprime un sorriso e la mia testa è leggera. L’orologio, il fiume della vita scorre perpetuo, salgo sul treno, accendo le mie cuffie wifi, un saluto al mare abbasso il cappello sugli occhi e nella mia testa solo “la voce della natura”.

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