Marocchinate, le scuse dell’associazione Terraferma

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«Le luci della Fratellanza è un progetto promosso da associazioni e di cui il Comune non è responsabile». Si apre così una nota inviata dall’associazione Terraferma.

«L’intento di questo progetto – dice il comunicato – era ed è guardare al futuro con un senso di perdono e pace e non assolutamente di “celebrare” una triste pagina della nostra storia ma ricordare per non dimenticare.
Da quando è nata Terraferma si impegna a raccontare il territorio, ad ascoltare le voci del presente e del passato che ne delineano la storia, le tradizioni, la cultura, le persone.
Abbiamo incontrato nel tempo tante persone, abbiamo raccontato tante storie, abbiamo citato tante fonti che abbiamo ritenuto autorevoli»

Le scuse

«Purtroppo nell’occasione dell’illuminazione della Rocca Janula, la nostra citazione da una fonte autorevole, estrapolata dal suo contesto, ha avuto un risultato che abbiamo sottovalutato e ce ne dispiace.
Ci scusiamo perché inconsapevolmente abbiamo ferito chi durante la guerra ha già subito: non era nostra intenzione celebrare una pagina triste della nostra storia, bensì “riportare” dei fatti accaduti in una precisa data coerentemente con un piano editoriale stabilito.
La storia non può essere cancellata, ma solo studiata e meditata perché l’umanità impari a convivere, a perdonare, a riconoscere i propri errori e da essi costruire, come Cassino ha fatto dalle sue macerie».

Dispiacere

«Il nostro intento, – hanno spiegato ancora gli organizzatori – come quello delle associazioni che procedono alle commemorazioni in tutti i cimiteri militari del territorio, incluso quello tedesco, è di fare in modo che le generazioni che hanno vissuto dopo la guerra imparino a vivere in uno spirito di fratellanza, nonostante il passato.
Nulla può cancellare il dolore e nulla può annullare quanto accaduto.
La guerra e la battaglia di Cassino ci hanno lasciato episodi terribili, una scia di sangue, morte e violenza che ancora oggi è una ferita aperta.
Eppure quella storia va raccontata e la citazione da una ben nota fonte era appunto una descrizione storica che, lungi dall’essere celebrativa, voleva essere un resoconto riferito proprio al 14 maggio. Purtroppo la sua lettura, fuori dal suo contesto, non è stata felice».

Educare alla pace

Secondo Terraferma lo spirito del progetto è quello di riuscire un giorno a riunire gli eredi di coloro che qui hanno combattuto e anche perso la vita perché, guardandosi negli occhi, non si percepiscano più come nemici ma fratelli.
«La pace non è mai facile – concludono nella nota – da costruire, è fragile ed è affidata al nostro grande limite umano, ma educare alla pace è un nostro dovere come raccontare quanto accaduto perché possa non accadere mai più».

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