Incontri Ravvicinati – Alessio Ranaldi, la Lega e la selezione naturale

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Camminando sovrappensiero per le strade di una città piegata dal Covid, come tante altre, dove le luci, l’allegria dei passanti e la musica dei locali ha lasciato il posto all’incertezza, al silenzio e a vetrine coperte e buie, abbiamo incontrato Alessio Ranaldi. Un giovane di Cassino, come tanti, uno che ha deciso di mettersi in gioco e lo ha fatto già da alcuni anni, conquistando, nella passata amministrazione, uno scranno da consigliere. Oggi ha raggiunto un altro traguardo, se così si può chiamare: la nomina a coordinatore cittadino della Lega. Un incarico che preannuncia guai, vista l’indisciplina della banda Salvini nella città martire. Ma quali possono essere gli obiettivi di un giovane del suo tempo, quali le paure e quali i desideri? E, soprattutto, qual è la strada da seguire per arrivare alla meta? Da dietro una mascherina e con i dovuti distanziamenti sociali, Ranaldi, in fila davanti una farmacia, si racconta e spiega da dove vuole partire.

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Il partito responsabile

«La Lega è un partito responsabile, siamo al governo e credo saremo in grado di dare un contributo decisivo per riuscire a tirare fuori l’Italia da questo periodo critico». Gli facciamo notare che parla già bene il politichese, lui sorride, o almeno lo intuiamo da come tira indietro il collo e socchiude gli occhi vispi. «Non scherziamo – ci rimprovera tornando rapidamente serio – i rapporti sociali, economici, ma anche quelli politici ormai sono logorati da questa pandemia che non ci da tregua. Ho accettato questo incarico per non rimanere passivo, per dare un contributo e cercare di essere utile alla causa. Cosa che non posso fare seduto sul divano o davanti ad una tastiera ringhiando contro tutto e tutti».

Come mettere pace

Ringhiare. Appunto. Approfittiamo per far notare al neo coordinatore cittadino della Lega che, soprattutto a Cassino, il Carroccio non riesce a muoversi per via della litigiosità dei membri della “famiglia”. «Non posso negare il problema, è abbastanza evidente. Continuiamo ad urlarci in faccia cose senza ascoltarci. Io credo che il punto sia proprio questo, riuscirsi ad ascoltare. Ecco perché confido nell’inclusione per creare un gruppo forte sul territorio che vada aldilà degli insulti a questo o a quello. Perché chi lo fa non ha altri argomenti su cui dibattere». Bella storia, quali le prossime mosse? «Sto già lavorando per riuscire a comporre un direttivo cittadino nel più breve tempo possibile. La parola d’ordine sarà appunto: inclusione. Poi ci sarà una selezione naturale: chi avrà la forza di fare e proporre prevarrà su chi avrà solo voglia di parlare e fare il bastian contrario».

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Il discorso propositivo

Proposte. Una parola importante. Mal digerita anche dalle migliori opposizioni. Non facciamo in tempo ad iniziare il ragionamento che Alessio Ranaldi torna all’attacco, ormai ci ha preso gusto: «Siamo pronti ad essere duri contro un’amministrazione di centro sinistra che non sta combinando nulla di buono. Ma non si può solo criticare, c’è anche un discorso propositivo da portare avanti nell’interesse della città».

E giunto il suo turno per entrare in Farmacia. Scherzosamente lo invitiamo a fare una scorta di cerotti visto il benvenuto che gli hanno dato. «Non ce ne sarà bisogno», risponde sicuro. Testa alta e dritto verso la meta. In bocca al lupo Alessio.

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