L’orrore si abbatté sul posto più caro a Cassino

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Il 15 febbraio 1944 l’orrore si abbatté con tutta la sua brutalità sul posto più caro e più sacro a Cassino e al Lazio meridionale. La furia cieca e incosciente di un generale miope si materializzò in quasi 300 tonnellate di bombe, che rasero al suolo la millenaria Abbazia di Montecassino, il faro della civiltà europea che aveva permesso all’Umanità di conservare e tramandare il Sapere dell’antichità e la Tradizione.

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Protettore e protetto spazzati via

Le nostre radici sono in quel monastero che si affaccia solitario quasi a proteggere la valle in cui si trova la nostra Città. In quell’anno funesto, il protettore fu spazzato via, per colpire subito dopo il protetto. Furono atti di barbarie, in cui si riconosce purtroppo l’incendio dell’ignoranza; un’ignoranza che oggi si riaccende e che, non conoscendo la Storia e i suoi errori, rischia seriamente di ripeterli. Anche oggi il nostro percorso storico è sotto l’attacco subdolo e insidioso di negazionismi, revisionismi e relativismi che consideriamo inaccettabili.

Noi pensiamo che la lezione che dobbiamo trarre dai fatti tragici di 77 anni fa è che una rinascita è possibile. Come il salvataggio delle opere antiche da parte dei Monaci benedettini rappresentò le fondamenta del Rinascimento, e come la rinascita della nostra Abbazia “dov’era, com’era” -secondo l’auspicio del grande abate Gregorio Diamare– prefigurò il miracolo economico italiano, siamo convinti che Montecassino rappresenti tuttora il simbolo altissimo della speranza.

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La speranza di ripresa

Una speranza di ripresa, di riscatto, di rivincita per una Città colpita duramente dalla crisi economica degli anni scorsi e da quella sociosanitaria della pandemia di oggi. Guardare l’Abbazia e vivere alla sua ombra, oggi significa mantenere accesa la fiamma della speranza, come le candele di San Benedetto mantennero accesa quella della conoscenza. Noi riteniamo che nulla, nelle norme create dall’uomo, potrà mai spezzare il legame storico e intimo che lega Cassino al suo monumento più importante, e siamo sicuri che quella speranza che si irradia dal sacro monte sarà, come sempre, la bussola per la nostra Comunità. Dobbiamo, tutti, realizzare quella speranza che Montecassino ci indica.

Angela Abbatecola (Portavoce cittadino di Fratelli D’Italia)

Gavino Gaias (Presidente di Destra Nuova)

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