Lo scorso 2 gennaio 2021 Il Giudice del Lavoro di Cassino, dott.ssa Annalisa Gualtieri, ha reintegrato presso la Clinica Casa del Sole della Costa S.r.l. , la dipendente Rosa Gentile, difesa dagli avvocati avv.ti Elena De Oto del foro di Campobasso e Francesca Villa del foro di Cassino. Annullandone il licenziamento per interposizione fittizia di personale.
La decisione si contraddistingue perché investe la realtà delle cooperative che prestano i servizi preso le cliniche private. Infatti nel caso deciso dal Tribunale di Cassino il licenziamento è stato intimato da una cooperativa. Ma la reintegra è stata ordinata direttamente alla clinica dei Costa a Formia, pure citata in causa, perché il Giudice ha accertato che la cooperativa era stato creata “ad Hoc” e non era il reale datore di lavoro.
La complessità del caso
Per comprendere la complessità del caso basti pensare che la difesa di Rosa Gentile ha dovuto ricostruire 14 anni di lavoro. E far esaminare dal Giudice ben 47 contratti di lavoro che si sono succeduti nel tempo. Dimostrando che la cooperativa era stata solo frapposta per far si che la clinica non rispondesse in alcun modo verso i lavoratori. Pur essendone il reale datore, dirigendo con i propri ordini e propri preposti il personale assunto dalla prima .
La pronuncia si segnala anche per due aspetti di ugual rilievo. Il primo è che essa è stata adottata secondo la speciale procedura c.d. “Fornero”. Nota per la speditezza con cui fornisce la risposta di giustizia in un periodo segnato da gravi ritardi. Infatti il ricorso era stato depositato meno di due anni prima Il secondo è che , nonostante la speditezza del rito, la stessa consta di circa 40 pagine. In cui il rapporto di Lavoro è stato minuziosamente esaminato in ogni sua parte.
L’indennità commisurata
Grazie, quindi, ad un rito veloce e ad una pronuncia compiuta e articolata la signora Rosa Gentile ha visto trionfare la sua richiesta con condanna del datore di lavoro effettivo alla reintegrazione in servizio e alla corresponsione di un’indennità commisurata alle retribuzioni dal giorno del recesso. Una vittoria non solo economica. Ma perché ha restituito alla ricorrente la dignità di lavoratrice premiandone il coraggio.
Una pronuncia che segna un serio precedente, se non un monito in un settore, forse, soggetto a situazioni analoghe. Sentiti sulla vicenda, gli avvocati Elena De Oto e Francesca Villa hanno espresso la loro piena soddisfazione per la decisione che, parole loro, «davvero ha reso giustizia prima di tutto per l’attenzione che ha riservato ad un caso che facile non era».