Il sabato del vil-traffico

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Non potremmo mai sapere cosa avrebbe scritto Giacomo Leopardi vivendo i giorni nostri. E come sarebbe una versione moderna de “Il Sabato del Villaggio”, magari potendo vivere la città di Cassino negli ultimi mesi. “La donzelletta vien dalla campagna..” non avrebbe sicuramente trovato posto in un sabato del traffico, caotico e a tratti disumano. Nessuna bicicletta in giro, ma solo tante macchine, con un mercato nel centro cittadino che ormai sembra più un grande problema che una grandissima trovata.

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Si, perché oltre a creare mezza giornata di disagio, tra code interminabili parcheggi selvaggi e problemi ai residenti, la nuova ubicazione non consente, almeno all’apparenza il mantenimento delle distanze di sicurezza. Se chiudiamo bar, ristoranti e punti di ritrovo dalle 18 in poi per cercare di fermare la trasmissione del Covid 19, come può esistere un mercato dove la gente si accalca su ogni banco e deve camminare in uno spazio largo più o meno due metri. In alcune strade anche molto di meno. Questo, forse, è uno dei misteri a cui non avremo mai risposta, da nessuno. Poco importa. Lo metteremo insieme a tutti gli altri: all’esistenza o meno del continente perduto di Atlantide, all’enigma delle piramidi, al sangue di San Gennaro ed agli assassini di Kennedy. E chi più ne ha più ne metta.

Strade di accesso al centro off limits, file e tamponamenti sfiorati ad ogni incrocio. Qualche furbetto che sposta le transenne per una rapida entrata salvo poi trovarsi incastrato tra i banchi. E di biciclette neanche l’ombra. Mentre i lavori per la corsia ciclabile più insensata della storia, secondo la cittadinanza, proseguono senza sosta. Nel frattempo, però, tanti clacson pochi campanelli, anzi quasi nessuno e sicuramente troppe difficoltà. Alcune addirittura create come se naturalmente non ce ne siano. La morale? Volendoci, a malincuore, riderci sopra: una città sicuramente non figlia di… PUT.

Leggi anche Il mercato del caos 1, 2, 3 e 4 parte.

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