I tamburi di guerra rullavano già da tempo minacciosi, e ieri le due parti, dopo infruttuose fumate di calumet, hanno addirittura dissotterrato l’ascia. In tutta la mattinata si è assistito a uno spettacolo che mai si vorrebbe guardare in una scuola. Genitori contro dirigenti a loro volta contro genitori che litigavano (“discutevano”, diciamolo con coraggio, non è il verbo giusto) con altri genitori. C’era chi piangeva per un sorteggio ingiusto. Insomma, se fosse stato ancora in piedi, ieri, alla “Di Biasio” è caduto l’ultimo mito della scuola come sede di armonia.
I fatti
Andiamo con ordine, perché i fatti sono confusi e sconcertanti. E chi avrebbe dovuto garantire l’ordine e l’imparzialità (cioè la dirigenza) non è sembrata all’altezza del ruolo, complice la vaghezza delle disposizioni ministeriali. Le quali (e questo è abbastanza chiaro) contengono indicazioni indiscutibili. La pandemia da Covid19 va contenuta ad ogni costo, e a ogni costo si deve ottemperare al distanziamento in classe. Stop, almeno formale, alle classi numerose. Fondi cospicui per il reperimento di aule e risorse didattiche che consentano di raggiungere l’obiettivo. Ora, è di tutta evidenza che fin da marzo esisteva un problema nella gestione della comunità scolastica cassinate.
Molte situazioni sono state risolte tempestivamente grazie alla solerzia dei dirigenti scolastici. E che cosa succede invece alla “Pio Di Meo“, le storiche “Centrali”? Succede che, alla faccia della data iniziale di inizio lezioni (ricordiamolo: il 14 settembre), fino alla giornata di ieri 17 nessuno aveva predisposto un piano per il rientro a scuola. Già di per sé il fatto è strano: che sarebbe successo se il Sindaco non avesse fatto slittare l’apertura dei plessi elementari e medie?
Chi deve dare soluzioni?
A questo si aggiunge un inverosimile muro contro muro fra dirigenza del I Circolo e genitori. Perché l’idea della scuola era di chiedere una soluzione ai genitori! Come se un avvocato -per dire- chiedesse un parere legale ai suoi patrocinati. Il sospetto di un brancolare nel buio da parte del Circolo è diventato realtà in pochi minuti: quando, davanti ad alcune proposte dei Rappresentanti dei genitori, i dirigenti hanno ribaltato il tavolo scatenando una metaforica tempesta di fuoco al napalm e tirando fuori dal cilindro l’obbligo incomprensibile di eseguire un sorteggio per la determinazione delle nuove classi, è scoppiato il caos. La scuola è un’Istituzione. Come tale, dovrebbe garantire trasparenza e trasmissione di valori eterni. Non tiene fede al suo dovere, però, se si organizza in quattro e quattr’otto una tombola raccogliticcia da cui estrarre i nomi di qualche decina di bambini, da spostare da una classe all’altra come oggetti sugli scaffali.
La solidarietà
Il tutto senza un cencio di ufficialità, di discussione vera e aperta. Qui si parla di bambini. Bambini che vivono in un mondo difficile: e se togliamo ai bambini la sicurezza di credere all’ambiente in cui vivono, quale futuro possiamo immaginare? Ecco dunque che, oltre a chiedere il rispetto per i propri figli, un nutritissimo gruppo di genitori sembra fortemente determinato a lanciare un messaggio chiaro di solidarietà. Quello che sembra certo è che siamo alle soglie di una battaglia legale senza precedenti che dovrà riportare chiarezza in un cortocircuito che -dispiace davvero dirlo- di chiaro ha solo il rilievo che qualcuno ha sbagliato. Sarebbe grave, se emergessero omissioni o inerzie che possono in qualsiasi maniera minare l’armonico sviluppo dei bambini.
Ecco: armonia. Quello che ogni genitore chiede alla scuola per i suoi figli. E speriamo che la stella dell’armonia torni a illuminare i pensieri di qualcuno, distratto dalle belle giornate di sole e troppo innamorato del suo ruolo per pensare anche al suo dovere.