Pio Di Meo, si infiamma il confronto sul rientro a scuola

2 MIN

Si infiamma il confronto fra genitori e Dirigenza scolastica alla “Pio Di Meo”. Al punto che non sembra essere più un dibattito sulle soluzioni post-Covid19. Ma un vero e proprio scontro. Pare infatti che all’origine dell’inasprimento ci sia l’irrigidimento dei Dirigenti scolastici, che vorrebbero imporre la soluzione proposta giorni fa. Riepiloghiamo i fatti.

Le disposizioni del Ministro Azzolina

Come si sa, le disposizioni del ministro Azzolina prevedono protocolli molto stringenti non solo in relazione ai comportamenti di alunni e Insegnanti in classe. Ma, entrando nel merito, anche del numero massimo di scolari che è possibile accogliere in una singola aula, rispettando la distanza minima di un metro. Allo stesso modo, si sa che il problema italiano delle classi-pollaio, con un numero di discepoli molto superiore alla normalità europea, è un’emergenza nazionale da decenni. La pandemia ha riproposto, in maniera urgente, questo tema. Tutte le scuole si sono adoperate per adeguarsi a quanto disposto, e in questo, bisogna dirlo, hanno brillato per tempestività le scuole di competenza provinciale, che sarebbero (il condizionale è comunque d’obbligo) già pronte alla ripartenza didattica.

L’esistenza di più di qualche scricchiolio è però indirettamente confermata dal rinvio dell’inizio delle lezioni in molti Comuni e anche a Cassino. E che sta succedendo? Sembra che, mentre quasi tutti i plessi sono pronti o quasi al suono della prima campanella, così non è alla “Pio Di Meo“. Dove gli scricchiolii sono ben più che sinistri. Non è dato sapere quali studi indefessi siano stati condotti da sei mesi a questa parte. Quello che si sa, però, è che la scuola è in affanno gravissimo nel reperimento di aule a norma per consentire il rispetto del decreto Azzolina.

Il sorteggio

Un affanno talmente grave, che rischia di risolversi, secondo i Dirigenti, solo in un modo: estraendo a sorte alcuni bambini “fortunati”, che verrebbero dirottati, alla faccia della continuità didattica e dell’attenzione dovuta alle fasi più delicate della vita di una persona, a costituire alcune nuove classi. Ovviamente per far rientrare il numero degli alunni in quello consentito. Il Comune di Cassino avrebbe già fatto sapere che, pur essendo a disposizione da tempo, non ha ricevuto altro che la richiesta di individuare 4 sole aule per l’avvio delle lezioni. Laddove il fabbisogno della “Pio Di Meo” è almeno il doppio, se non triplo. Si è quindi avviato un cortocircuito fra genitori e dirigenti, con i primi su un pericoloso sentiero di guerra e per nulla disposti a mettere a rischio l’equilibrio dei bambini, sicuramente già provati dall’esperienza del lockdown. Da giorni ormai si va avanti a colpi di confronto serrato e durissimo. Ma i Dirigenti sembrano avviati a un muro contro muro difficilmente spiegabile. Anche alla luce di una formale diffida che sarebbe stata inviata alla scuola dal 90% dei Rappresentanti di classe coinvolti.

Tre domande

Tre domande vengono spontanee. La prima: come mai in sei mesi nessuno ha ipotizzato la possibilità che fossero necessarie richieste congrue per rispettare almeno il principio di prudenza, con un’epidemia in corso? La seconda: perché le altre scuole sono già attrezzate per la ripresa dell’anno scolastico, e la “Pio Di Meo” no? La terza, la più importante: perché invece di gestire uno scontro i Dirigenti scolastici non hanno finora lavorato insieme ai genitori per salvaguardare la parte più debole della catena, e cioè i bambini?

Lascia un commento