Da oltre un mese si parla del problema della carenza in organico, all’ospedale “S. Scolastica”, degli Anestesisti. Un problema di eccezionale gravità, che sta catalizzando il dibattito nel mondo politico con aspri scontri fra il Sindaco e l’opposizione consiliare. E che sta sempre più coinvolgendo i cittadini in un confronto senza esclusione di colpi. Quale sia il lavoro di questi Specialisti, però, rischia di non essere perfettamente compreso. Infatti è riduttivo pensare all’Anestesista solo in relazione al funzionamento delle branche chirurgiche, come, è il caso clamoroso di questi giorni, l’Ortopedia.
L’anestesista e i suoi compiti
L’Anestesista ha ovviamente un compito essenziale in sala operatoria: “addormentare” il paziente da operare e garantirne il risveglio al termine dell’intervento è solo una parte del suo lavoro. In sala operatoria ha il compito delicatissimo di vigilare e controllare sullo stato di salute del paziente. E’ l’Anestesista che si preoccupa di monitorare costantemente i parametri vitali. E’ l’Anestesista che modula la somministrazione dei farmaci, sia per mantenere la sedazione, che per situazioni di emergenza (sempre in agguato durante gli interventi chirurgici, anche quelli semplici); è sempre l’Anestesista che, di fatto, detta i tempi operatori.
Ma il suo compito non finisce qui: non a caso, la specialistica si chiama “Anestesia e Rianimazione”. Infatti questa categoria di Medici è deputata alla gestione dei casi che chiameremmo “disperati. Ovvero i pazienti in arresto cardiaco, quelli coinvolti in incidenti gravi o gravissimi, quelli con traumi cranici o problematiche cerebrali severe come l’ictus sono tutti potenziali casi da affidare alla gestione dell’Anestesista.
L’anestesista e il Covid19
Si pensi, ad esempio, che nella recente epidemia di Covid19 le famose “terapie intensive” erano e sono gestite dagli Anestesisti, che sono coloro che facilitano la respirazione dei malati con interventi delicati come “l’intubazione” e li sedano con farmaci appropriati. Perché? Perché un malato “che dorme” può, dal punto di vista medico, essere gestito meglio e più adeguatamente rispetto a uno sveglio. Sono innumerevoli i casi in cui pazienti clinicamente morti sono stati letteralmente riportati in vita da interventi rianimatori di questa classe di Medici. Si tratta di una specialità assai complessa, che necessita di profonde conoscenze di anatomia, fisiologia e farmacologia e che richiede abilità manuali e freddezza non comuni. Sta poi emergendo sempre di più la figura dell’ “Urgentologo”. Un neologismo magari bruttino ma che fotografa perfettamente il lavoro di questo “sottospecialista”: intervenire con la massima celerità ed efficienza nelle urgenze, coadiuvando i Medici delle altre discipline.
Al Santa Scolastica quanti anestesisti mancano?
Come si vede, è una branca che non si limita alla indispensabilità in sala operatoria: se tante vite ogni anno vengono salvate, è grazie all’azione, spesso silenziosa e “sotto traccia”, dell’Anestesista-Rianimatore. E come si capisce è impossibile pensare che una figura così delicata e importante, nelle terapie intensive come nei Pronto Soccorso, venga utilizzata in condizioni di carenza di personale. Due conti sono facili. Bisogna immaginare che se un Anestesista è impegnato in sala operatoria, almeno un altro deve essere disponibile per gestire le urgenze ospedaliere e il reparto, e un altro ancora deve essere quanto meno reperibile per i trasferimenti di malati in condizioni critiche in un altro ospedale. Ogni turno necessita dunque di almeno 2+1 Specialisti.
In una normale giornata lavorativa ci sono tre turni attivi (più 2, per i Medici che sono in riposo dopo aver lavorato la notte). Domanda: quanti Medici servono per un ospedale come Cassino? Esatto: non meno di 15. Ora, si capisce che vogliamo anche stare stretti, e non rispettare alla lettera quello che il buonsenso impone. Il dato di fatto resta comunque che al “S. Scolastica” di questi Professionisti ne mancano non meno di 6. Il resto, dispiace dirlo, sono chiacchiere.