L’ex consigliere comunale Carmine Di Mambro ha scritto al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in merito alla problematica relativa alle figure specialistiche in sede di composizione delle commissioni di invalidità, legge 104 /92. Le quali, al momento, sono di competenza regionale.
Una figura professionale esperta
«Mi riferisco, infatti, – ha spiegato Di Mambro nella missiva – alla necessità che all’interno della commissione unica di accertamento sanitario della condizione di disabilità ci sia una figura professionale esperta e specializzata nella patologia sottoposta all’esame. Se il paziente ne farà richiesta, in sede di convocazione di visita.
Purtroppo, la mia triste e personale esperienza collegata a una malattia così distruttiva come può essere il Cancro, mi rende forzatamente qualificato in materia. Avendo vissuto in prima persona i “limiti” di una valutazione medica che non tenga conto del parere di una figura esperta nella patologia in esame. Ciò in quanto l’accertamento sanitario della condizione di disabilità è attualmente svolto da una commissione Asl. Costituita presso i servizi dell’azienda Inps che svolgono funzioni in materia medico legale, certamente valida e competente. Ma che, oggettivamente, potrebbe dare luogo a valutazioni parziali, laddove la patologia da esaminare sia di natura particolarmente specialistica».
Nella commissione un medico specialistica
«L’atto che Le chiedo – ha continuato l’ex consigliere comunale – è di intervenire sulla disposizione citata, affinché all’interno della commissione sia sempre garantita la presenza di un medico specialista nella branca medica relativa alla patologia oggetto di accertamento. Questo potrebbe garantire una maggiore accuratezza e precisione nella valutazione medico-legale dell’esaminando.
A ciò si aggiunga che, spesso, chi fa parte di queste commissioni è chiamato a tenere una contabilità tabellare. Tant’è che quotidianamente ricevo segnalazioni dalle persone che lamentano non solo la non conoscenza dei postumi della malattia. Ma purtroppo l’asetticità e scarsa umanità della visita da parte della commissione che va a valutare l’invalidità.
Infatti, recentemente la Regione Toscana (prima in Italia) ha approvato, in Consiglio Regionale, una legge di altissimo spessore. Una normativa che ha donato, alle persone che subiscono la malattia, un gesto di speranza e sensibilità. Stessa cosa può fare la Regione Lazio.
Un dovere nei confronti dei malati
Secondo Carmine Di Mambro la Regione Toscana ha già fatto il suo passo verso una doverosa rivisitazione in questa materia, adesso tocca anche alla Regione Lazio. «Ritengo che Ella abbia il dovere, – ha spiegato – nei confronti dei malati della regione Lazio, di incidere perché anche la nostra regione possa fare altrettanto; un piccolo impegno che può dare dignità al dolore delle persone operate di cancro, soprattutto alle donne operate al seno, che nel Lazio potranno avere di fronte, nella commissione di invalidità, specialisti adeguati alla loro patologia».
«Chi Le scrive fa riferimento al cancro – ha detto ancora Di Mambro – perché oltre ad esserne vittima diretta e indiretta, questa patologia continua a rappresentare purtroppo una delle principali cause di decesso.
Occorre modificare la composizione delle commissioni di invalidità. Consentendo ad esempio alle donne, e non solo, di potersi relazionare con un senologo o un oncologo. Senza doversi più denudare al cospetto di una commissione che non è qualificata per una determinata patologia.
Questa innovazione, ovviamente, deve riguardare, non solo le persone operate di cancro. Ma anche coloro che hanno patologie invalidanti gravi. Sia di natura fisica che psichiatrica come può essere la Sclerosi Multipla, la SLA, il Parkinson e tante altre.
Una sfida che si può vincere
«E’ una sfida che, nonostante le solite resistenze e i cavilli burocratici, si può vincere a un costo minimo per la nostra sanità pubblica.
Chi ha l’altissima responsabilità di gestite la sanità pubblica, – ha concluso Di Mambro – ha l’obbligo di stare dalla parte delle persone più fragili nella loro battaglia di dignità quotidiana. La loro dignità, al pari del loro coraggio, deve essere posto al centro della Vostra attenzione che, auspico, Vi porterà a concordare, nel più breve tempo possibile, sulla esigenza di modificare le commissioni per gli accertamenti di invalidità civile».