Non si placano le polemiche sulla Corsia Ciclabile ideata dall’amministrazione Salera. (Leggi anche Salera, Carlino e pista ciclabile che non c’è). Dopo l’incetta di critiche piovute dai social e dai cittadini ora anche il Coordinamento del Centrodestra di Cassino si alza sui pedali e va all’attacco di una “maglia rossa” (non è sfuggita una “s”) che già sembra in crisi dopo una manciata di tappe.
Siamo in tempo di Giro d’Italia e il paragone ci stava tutto. Ma Puntano sull’ironia anche Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Cambiamo, come del resto i tanti “meme” che hanno invaso facebook in questi giorni, per “smontare” il nuovo progetto ciclabile del Comune.
Il genio assoluto
«Se in Italia, in tempi difficili come questo, – dicono – i colleghi di Salera sapessero che bastano 5 euro di pittura gialla, quattro birilli posizionati strategicamente per bloccare il traffico del centro in ora di punta e un paio di sagome per attrezzare in ventiquattr’ore una autentica pista ciclabile completa di tutto e con tanto di strisce tratteggiate, tutti si metterebbero a imitarlo. Certo, il nostro sindaco dovrebbe anche rivelare il nome del Genio Assoluto che ha concepito un’impresa così titanicamente intelligente. Perché qui non è bastato certamente il talento. Bisogna che qualcuno si sia impegnato sul serio».
Conciliare tutte le inefficienze
Non era facile, dobbiamo ammetterlo, riuscire a conciliare contemporaneamente una lunga serie di inefficienze. E il centro destra non lo manda addire: «Dal peggioramento del caos urbano, al disorientamento della circolazione, al traffico che diventerà presto incontrollabile fino ad arrivare all’insicurezza totale garantita a pedoni, ciclisti, automobilisti e parcheggiatori di ogni ordine e grado. Esistono, è vero, alcuni lati positivi. Il primo è che la brevità nella durata dei cantieri permette al pensionato di lusso di turno di trovare molto più tempo per scrivere, anziché assistere ai lavori in Corso (della Repubblica). Il secondo è che è innegabile il rilancio dell’economia. Non osiamo nemmeno quantificare il numero di sinistri che le Compagnie di assicurazione dovranno rimborsare».
L’autodromo di Cassino
Lega, FDI, FI e Cambiano affondano senza pietà: «il terzo, forse più importante, è che d’ora in poi l’autodromo di Monza farà un baffo alla nostra Cassino. La quale può permettersi non solo la “variante Ascari-Montecassino” alla fine di via De Nicola, ma parecchie gemme. C’è il “Curvone Fantozzi (o della morte)” all’inizio di via Riccardo da San Germano. Oppure la “chicane Zeppieri” in piazza XV Febbraio. Ma anche il “percorso doppio” sui semafori vari, ma soprattutto il “Ponte Tibetano sul Rapido“. Dove? All’incrocio fra il Lungofiume e la Casilina Sud. Si vocifera addirittura di un premio speciale per i ciclisti che riescano a percorrere indenni, nelle ore di punta e per tre volte di seguito l’intero percorso. E non ci si venga a dire che esistono garanzie tecniche, studi di fattibilità e quant’altro sulla pista. Qui la responsabilità politica è evidente».
Quando andrà tutto a PUT?
«Se volessimo continuare a metterla sullo scherzo, – continua il centrodestra cassinate – potremmo anche chiudere con una breve filastrocca del tipo: “Strisce per strada, strisce per la pista, finisce che va a terra il povero ciclista”. Il problema è che qui siamo di fronte a vette irraggiungibili di scelte incomprensibili. Può mai essere una priorità una bizzarria al limite della follia come questa corsia “di risulta” e non un PUT degno di questo nome, ad esempio? Può essere mai che nessuno dell’amministrazione abbia mai fatto una capatina agli Altipiani di Arcinazzo, non Amsterdam. Dove avrebbe avuto almeno un’idea di che cosa è una vera pista ciclabile e come va collogata?
Diciamola tutta: questa “opera” è il degno fiore all’occhiello, la giusta vetrina per chi non ha la più pallida idea di come vada amministrata una città. Riconosciamo però che certe “piste ciclabili” non hanno prezzo. Per tutto il resto c’è Salercard».