Con una dura nota indirizzata al direttore generale della Asl di Frosinone il sindacato Uil Fpm interviene sulle criticità dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino. Da lunedì, infatti, nel nosocomio sono statti sospesi tutti gli interventi chirurgici a causa della carenza di medici anestesisti. Saranno dunque svolte le “urgenze indifferibili”, ma esse saranno evidentemente condotte in condizioni di forte sofferenza, in quanto sarà presente a Cassino un solo anestesista. Il quale dovrà occupare sia di detti interventi urgenti sia delle contemporanee emergenze nel Pronto Soccorso e nei reparti. Condizione che costringerà per forza di cose conseguentemente anche
all’interruzione dell’attività di emergenza rianimatoria medica in tutto l’ospedale qualora l’unico anestesista fosse impegnato in sala operatoria.
L’8 Giugno
Secondo UIl Fpm l’8 giugno sarà inoltre impossibile effettuare la guardia di rianimazione e la guardia di emergenza H24, venendosi a scoprire ben 40 turni di servizio nel mese, e su cui non si sa come sopperire. Sappiamo inoltre che il Sindaco di Cassino Enzo Salera, ha avuto un colloquio con la direzione dell’ospedale Santa Scolastica e tramite l’apporto dell’assessore alla sanità del Lazio, D’Amato, ha garantito che dall’8 giugno, salvo complicazioni, tutto dovrebbe tornare alla normalità. Speriamo. (Leggi Salera:”Gioco di squadra per garantire interventi chirurgici”).
Cassino contro corrente
“La motivazione della pesantissima questione – dice Guido Compagnone, segretario provinciale UIL FPM– risiede nel fatto che vi è una grave carenza in organico di medici anestesisti.
La grave carenza in organico di tali professionisti non pare certo occorsa all’improvviso come evento eccezionale ed imprevedibile. Essendo ben note da tempo lo stato dell’organico di dette figure professionali.
Ci si interroga sul perché si sia arrivati ad una tale precipitazione di eventi senza predisporre in tempi utili un piano di assunzione del personale o qualunque altro provvedimento atto ad affrontare una situazione come
quella esposta.
Ciò che appare assurdo e paradossale è che questo avviene nel momento in cui al contrario si deve ritornare ad una conduzione normale (c.d. fase 3) dopo il periodo acuto dell’emergenza Covid-19. Cosa documentata
anche dai provvedimenti della Regione Lazio, come ad esempio la circolare 428339 del 15.05.2020 relativa alla ripresa dell’attività ambulatoriale 28.05.2020″.
Inammissibile quello che succede a Cassino
Invece a Cassino, secondo il sindacato accade esattamente l’opposto. Il livello di prestazioni chirurgiche all’uscita del periodo di emergenza acuta viene a diminuire ancora più, anziché migliorare.
La Uil FPM. ritiene inammissibile quanto accade nell’ospedale di Cassino, poiché si configura come condizione non rispondente alle garanzie cliniche per i malati. Come anche non idonea alla tutela per quanto la sicurezza sul lavoro e il benessere psicofisico del personale medico di anestesia e rianimazione; e pure, in conseguenza logica, del restante personale sanitario.
Gli interrogativi
Pertanto la UIL FPL pone alla ASL di Frosinone i seguenti interrogativi:
- Come mai in un ospedale sede di DEA di primo livello come il Santa Scolastica si determina una tale incredibile situazione di mancanza di personale di anestesia, mentre in altri nosocomi non sede di DEA l’organico non è così ristretto?
- La ASL ha fatto oppure no per tempo una attività aziendale ricognitoria e distributiva delle risorse di personale medico di anestesiologia, in modo da allocarlo congruamente nei quattro stabilimenti ospedalieri della provincia, avendo come unica linea guida le esigenze del malato e non altre logiche?
- L’ente sanitario ha accertato oppure no se nel precipitare di questa gravissima condizione a Cassino vi siano stati comportamenti imprudenti od omissivi da parte di qualche ufficio aziendale?
- Quali sono i provvedimenti strutturali che la ASL ha approntato, fuori dei meri atti estemporanei privi di prospettiva?
Asl responsabile
“La UIL FPL – conclude Compagnone – continuerà a vigilare e a farsi promotrice a tutti i livelli amministrativi, istituzionali e sociali per la
risoluzione dei gravissimi fatti testé esposti, per la tutela dei lavoratori e dei cittadini. Resta inteso in ogni caso che se si verificassero incidenti o ogni altro fatto a carattere negativo sugli operatori o sugli utenti, gli organi ASL deputati si riterranno quali responsabili“.