L’Assessore alla Coesione Sociale, Luigi Maccaro interviene sulla chiusura del Civico Sociale – Trattoria della Legalità e la Piccola Sosteria – La Tana. Due notissimi ristoranti e realtà sociali della città che hanno deciso, dopo l’emergenza Coronavirus, di non rialzare più le saracinesche. Troppe le criticità da affrontare dal punto di vista economico dopo tre mesi di chiusura forzata.
“Due realtà sociali importanti, – spiega Maccaro – Piccola Sosteria – La Tana e il Civico Sociale della coop. Naviganti Onlus hanno deciso di non riaprire in seguito alla pandemia. Ai lunghissimi tre mesi di chiusura e alle nuove regole che per motivi diversi abbassano notevolmente la sostenibilità economica di queste imprese sociali. La città di Cassino rischia di perdere due occasioni importanti. Due punti di riferimento per centinaia di persone che hanno scelto di vivere, di comprare, di mangiare, di stare insieme in maniera differente. Mettendo al primo posto valori che in certi luoghi, oltre che professati possono essere anche praticati.
Dal rischio all’opportunità
“Ma io credo – sostiene l’assessore – che sia possibile trasformare questo rischio in una opportunità, solo se insieme, al di là delle parole, saremo in grado di lavorare fianco a fianco per inventare strade nuove. In tanti abbiamo manifestato la solidarietà e l’affetto a Paola Lucchetti, a Simona Di Mambro e a tutti i cooperatori che insieme a loro hanno scommesso su un’avventura imprenditoriale e sociale. E’ per questo che abbiamo già fatto delle riunioni con alcune cooperative sociali, tra cui la Tana e I Naviganti, per iniziare costruire una strada comune. Da percorrere insieme, per promuovere l’economia sociale sul nostro territorio. D’altra parte, specialmente in questo momento, la via più saggia per la ripartenza economica è quella del non profit. Oggi bisogna salvaguardare la sopravvivenza delle imprese e dei posti di lavoro e il concetto di profitto andrà probabilmente riconsiderato.
Il compito di un’amministrazione comunale
“Quale può essere oggi il compito di una Amministrazione comunale? La co-progettazione. Il Terzo settore è un segmento importante dell’economia locale che produce beni, servizi e occupazione e in quanto tale va promosso e valorizzato all’interno di un sistema economico complesso. C’è una missione che l’ente locale deve sentire propria ed è quella di sostenere le imprese sociali attraverso partnership operative nei confronti della Regione o dell’Europa. Attraverso la partecipazione a bandi e avvisi pubblici per il reperimento di risorse. C’è uno stile improntato alla ricerca della pari dignità fra pubblico e privato sociale perché ad obiettivi comuni si concorre con uno sforzo comune.
Fare sistema
“C’è infine e soprattutto l’idea – dice ancora Maccaro – che “fare sistema” significa rimboccarsi le maniche, spogliarsi dei ruoli, condividere sofferenze, sogni e progettualità. L’economia sociale della nostra città può, e dovrebbe a mio avviso, fare un salto di qualità. Ma lo dobbiamo fare insieme: due decenni di gavetta ormai sono sufficienti per co-progettare uno spazio d’azione che veda le cooperative sociali come avamposti dell’economia che verrà. Economia che non potrà più fondarsi sul profitto ma sulla condivisione. E sulla condivisione c’è tutto il tema dei beni comuni, a partire da quelli confiscati alla criminalità organizzata per arrivare agli spazi pubblici non utilizzati o a quelli utilizzati parzialmente.
Immagino
“Immagino ad esempio – conclude Maccaro – che il Civico sociale potrebbe rivivere all’interno dell’ex pub Highlander nel quartiere Colosseo. Diventare luogo di reinserimento per donne vittime di violenza ospiti di una casa rifugio, in una logica di integrazione capace di ampliare la percezione della propria esperienza imprenditoriale come bene comune. Così come immagino che la coop. la Tana potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nella riconversione al biologico delle mense scolastiche. Le cose cambiano, i tempi cambiano, i bisogni cambiano, le condizioni cambiano. Inutile cercare di convincere Simona a non chiudere il Civico sociale perché oggettivamente sono venute meno le condizioni. Ed oggi bisogna avere la capacità di reinventare quell’esperienza, con gli stessi obiettivi ma con modalità diverse, condivise in una logica ri-generativa. Non possiamo piangerci addosso, dobbiamo rimboccarci le maniche e dobbiamo farlo insieme“.
E così sia.