Lutto e cordoglio a Ceppagna, frazione di Venafro, per la prematura scomparsa di Nicola Matteo, stroncato da un male incurabile, che lo aveva colpito tempo fa. Aveva solo 28 anni e negli ultimi tempi era stato ricoverato diverse volte. Troppo aggressiva e devastante la malattia che, dopo una lunga lotta, gli ha tolto la vita. Il giovane era arrivato a un passo dal laurearsi e lunedì, considerate le sue condizioni e grazie alla sorella che ha discusso al suo posto in una seduta straordinaria dell’ateneo, è arrivata l’agognata laura per Nicola.

Una storia dolorosa e di grande forza, quella di un giovane che non ha mai smesso di sognare, anche quando la paura, la stanchezza e il male hanno oscurato la strada. Una storia fatta di amore smisurato, di una famiglia che ha sempre camminato al fianco di Nicola, quella di una sorella che non ha mai lasciato la mano del fratello accompagnandolo a uno dei traguardi più importanti per un giovane, la laurea.
L’Università La Sapienza di Roma gli ha conferito la laurea in Management delle tecnologie, innovazioni e sostenibilità. Il lavoro di Nicola è stato esposto dalla sorella Matilde. Una discussione che ha un valore che va oltre il contenuto raccolto nei capitoli della tesi, che lancia un messaggio forte e vibrante, che scuote l’anima: i sogni sono più forti anche della malattia.
Nicola ha esaudito il suo più grande desiderio e si è spento circondato dall’affetto della famiglia e degli amici, ha segnato il traguardo, ha indossato la sua corona di alloro. Le comunità di Ceppagna e di Venafro si stringono forti alla famiglia. Oggi alle 15.30 nella cattedrale di Venafro si ritroveranno per l’ultimo doloroso saluto a Nicola. La sua, una storia di forza e di resilienza, la storia di un ragazzo come tanti, un figlio, un fratello. Un giovane laureato.
Il ricordo toccante della zia
Lettera per te, amore mio
Dirti quanto bene ti voglio non si può quantificare.
Dirti quanto sono arrabbiata con la vita… nemmeno quello.
Avevi una vita davanti, e non è giusto.
Ti ho visto crescere e diventare un ragazzo meraviglioso, sotto ogni punto di vista: bellissimo, intelligente, simpatico… a volte un po’ nervosetto
ma se possiamo dire che la perfezione non esiste, con te ci eravamo davvero vicini.
Il tuo cuore era immenso, e si vede dalle persone che avevi accanto: amici veri, speciali, che non ti hanno mai lasciato solo.
Io e te avevamo un rapporto unico, io ero la tua confidente, e tu il mio.
E anche nei momenti più difficili eri tu a dare forza a me.
Proprio ieri stavo rileggendo le nostre chat infinite…
Mi sono fermata su quel messaggio in cui mi dicevi che volevi che gli altri ti vedessero come uno tosto, e che non vedevi l’ora che questo male fosse sconfitto.
E così voglio ricordarti: tosto, con il tuo sorriso perenne, con quella luce che solo tu avevi.
Mi viene da sorridere pensando a quando ti arrabbiavi con me perché ti dicevo di rallentare con lo studio e tu mi rispondevi:
“Zia, io ci devo riuscire.”
E ci sei riuscito, amore mio.
Ci sei riuscito davvero.
Vorrei dire che ora hai smesso di soffrire, e so che è così…
ma questa sofferenza non lascerà mai me.
Il tuo ricordo vivrà per sempre nel mio cuore.
E ora ti immagino, con quel sorriso, che mi dici:
“Okkkkkkk zia!”
Ti voglio bene, amore mio.
La tua zia. Per sempre.
Le parole dell’amico Mattia
“Quando stamattina ho ricevuto la notizia, la prima cosa che mi è uscita dal cuore è stata la tua voce: “Ma sta a scherzà”. L’ho sentita forte, come se volesse proteggermi dall’assurdità di questo dolore. Perché davvero sembra impossibile crederci.
Ieri la laurea. Non una festa rumorosa, ma un gesto enorme di coraggio: la prova della tua forza, della tua testa dura, della tua voglia di arrivare fino in fondo anche quando la vita ti stava già mettendo in ginocchio. Tu allo studio ci tenevi davvero, ci credevi. Laurearti per te era più di un titolo: era dignità, era riscatto, era dire al mondo “io ce la faccio”. Lo dicevi sempre: lavorare al bar per te sarebbe stato un fallimento, non perché fosse un lavoro da poco, ma perché tu sapevi di valere di più, di poter costruire altro. E ci sei arrivato, fino all’ultimo metro, con una determinazione che ci ha lasciati senza parole.
Hai combattuto con il sorriso, con quell’ironia che spostava di un passo il peso delle cose. Oggi resta il vuoto, le lacrime, e un orgoglio enorme: quello di averti visto tenere la rotta, di averti visto scegliere chi volevi essere. Ti porterò sempre con me: la tua risata, le tue parole, la tua testardaggine buona, i tuoi sogni diventati traguardi anche quando sembrava impossibile.
E quando l’assenza farà più male, ti cercherò nella tua frase, che oggi punge e consola allo stesso tempo:
“Ma sta a scherzà.”
Ciao Nick
“
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