Questa mattina la città si è svegliata con un nuovo argomento a infiammare il dibattito. Un gruppo di ragazzi che nella notte hanno montato una rete per giocare nell’area pedonalizzata. In piena notte, quando ormai a spasso non c’era quasi più nessuno e molti locali si avviavano a chiudere o avevano già abbassato le saracinesche, un gruppo di giovani si è lasciato andare giocando con una pallina di spugna. Qualcuno ha storto il naso, davanti al video postato da Giorgio Pistoia, additando i ragazzi come trasgressori delle regole, anche per l’utilizzo dell’area pedonale. In tanti invece li hanno difesi, quasi invidiati.
A pensaci bene questi ragazzi forse hanno ricordato a tutti quanto possa essere divertente ritrovarsi e giocare semplicemente con una pallina, anche quando non si hanno più 10 anni. Inoltre da quanto raccontato da diversi cittadini non sarebbe la prima volta, anzi i ragazzi in questione lo fanno da diverso tempo, ma giocano con una pallina in spugna, senza fare rumore, senza bere alcolici, senza esultare o usare la zona come vespasiano – come invece accade molto spesso nello stesso luogo ma con altri protagonisti. Infatti nessuno se ne era mai accorto o comunque non vi aveva dato peso. Quei ragazzi hanno ricordato anche perché esistono e vengono realizzate le aree pedonali, non solo come passeggiate commerciali o per fermarsi a bere e mangiare, ma anche per poter trascorrere del tempo insieme divertendosi, a tutte le età, nel rispetto delle regole. Quella rete non ha lasciato alcun segno, se non ci fosse stato il video quasi nessuno se ne sarebbe accorto. Solo rientrando la sera tardi o passando casualmente lungo il corso, i cittadini avrebbero notato i ragazzi.
E quelle immagini di quei ragazzi hanno riportato moltissimi cittadini con la memoria a quando giocare in strada e nelle piazze era la normalità, non per tornei o competizioni, non sotto riflettori o con banchetti di bevande e cibo a far da contorno. Non per tagli del nastro o selfie da passerella. Solo uno spazio della comunità e una fontanella nei paraggi per potersi rifocillare ogni tanto. Insomma un gruppo di ragazzi, forse stranieri o forse no, con una semplice rete e una pallina di spugna hanno fatto riassaporare alla comunità quella spensieratezza che ormai da troppo tempo non alberga più in città. Per chi invece ha duramente criticato i ragazzi, additandoli come trasgressori, conviene ricordare le orde di giovani che d’abitudine utilizzano portoni e aiuole del centro come gabinetti a cielo aperto, dove vomitare, lasciare ricordini maleodoranti o bottiglie di vetro, anche rotte. Urlando e creando disagio ai residenti di alcuni quartieri della città martire.
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