Villa Comunale: Grossi chiede le dimissioni dell’assessore Fiorentino. Troppe cose non quadrano

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Il caso villa comunale continua a scaldare il dibattito. Sembrerebbe infatti che a seguito delle segnalazioni da parte dell’Ansmi, dell’attenzione mediatica e delle polemiche che stanno riempiendo i social, alcuni giorni fa ci sarebbe stato anche un sopralluogo nel polmone verde. Membri dell’amministrazione e non solo si sono ritrovati sull’area del cantiere. Poi la villa è stata chiusa, nessun lavoro in corso al momento, forse per via del weekend, o forse per una decisione ben precisa. Sta di fatto che le immagini parlano chiaro, è evidente la presenza di materiale “estraneo” al terreno nel quale si trova. Materiali plastici, metallici, fili, materiale di risulta e tanto altro. Addirittura Edoardo Grossi avrebbe notato anche pezzi della struttura in muratura presente nel parco che è stata abbattuta.

Le colpe della politica

E l’ambientalista non lascia spazio a interpretazioni. “La politica che governa (ma anche la politica di minoranza) dovrebbe affiancarci a chiedere con rigore che i rifiuti ivi interrati vengano smaltiti a norma di legge. La tutela della Salute Pubblica non ha colore politico, dovrebbe essere una priorità soprattutto quando si tratta di bambini. Non è difficile provare la buona fede della ditta che sta realizzando i lavori.

1) il documento che prova l’avvenuto smaltimento in una discarica autorizzata dei rifiuti speciali misti a terra! (Formulario)

2) il documento che prova l’avvenuto smaltimento dei rifiuti edili (che sono a tutti gli effetti codificati rifiuti) dalla demolizione del fabbricato che insisteva nella Villa. L’eventuale riutilizzo nel luogo di demolizione deve essere effettuato previo trattamento e pratica ARPA Lazio. Il recupero è subordinato all’esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo là metodologia del Decreto 5 aprile 2006, n. 186.

3) il documento che prova l’avvenuto smaltimento dell’amianto, copia del piano di lavoro per la rimozione di materiale contenente amianto, presentato dalla società che sta realizzando i lavori per conto del Comune di Cassino e notifica di inizio lavori comportanti rischio di esposizione ad amianto secondo l’art. 250 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i..

4) ed ultimo scavare, (basterebbero solo pochi centimetri, anche a mano) e provare che sotto il terreno c’è solo terra.

Non è affatto difficile!

Tuttavia attendiamo sviluppi e il 15 febbraio 2025, alle ore 15,00, ci sarà una conferenza stampa locale e nazionale!”.

La richiesta dell’attivista

E ancora, senza mezze misure, punta il dito contro l’amministrazione. “Si chiedono le dimissioni dell’assessore ai lavori pubblici e dell’assessore all’ambiente, del comune di Cassino, responsabili politici del caso gravissimo della Villa Comunale. Ho visionato attentamente l’intervento, in consiglio comunale, dell’assessore ai lavori pubblici del comune di Cassino, riportato qui di seguito anche dalla stampa e che dice: «Abbiamo invece ricevuto la visita del Nucleo operativo ecologico di Latina per ritirare della documentazione, un accertamento che riguarda un cumulo rifiuti che, da qualche tempo, giaceva sul terreno e non veniva rimosso in quanto non era in un’area oggetto di intervento, a seguito di questa acquisizione è stato avviato un procedimento penale che può essere estinto avviando le prescrizioni indicate. La rimozione del cumulo di rifiuti c’è già stata, ora dovrebbe estinguersi il reato. Prevista anche una sanzione di 6.500 euro».
Ritengo il fatto molto grave in quanto chi parla è un rappresentante del Comune, non uno qualunque, sminuendo un reato gravissimo, come quello dei rifiuti accumulati da tempo ed interrati, facendo passare il messaggio che basta eseguire le prescrizioni indicate e il reato si estingue, mentre i cittadini fanno la raccolta differenziata. Come possiamo pretendere di perseguire gli incivili che abbandonano rifiuti lungo le strade, nelle campagne, quando un amministratore sminuisce un reato ambientale?
Si chiedono altresì le dimissioni dell’assessore all’ambiente in quanto, a dicembre 2024, in due occasione, era stato messo al corrente dei rifiuti accumulati e dell’interramento di altri rifiuti nella villa comunale”.

“Ogni giorno la terra restituisce nuove prove per l’avvenuto interramento di rifiuti.
Pezzi di pneumatici, travi di cemento, mattoni, tappi di taniche, marmitte auto, plastica ed altri rifiuti fuoriescono dal terreno nonostante sia stato ricoperto tutto di terra.
Ci ricorda molto Nocione quando gli investigatori nel 2005 notarono sul terreno pezzi di plastica, buste, ed altri micro rifiuti. Anche in quel caso non bastò a fare scavare alla Polizia di Stato che chiese il sequestro del terreno e gli scavi, l’allora PM rigettò la richiesta del Commissario Simeone e dell’Ispettore Pittiglio, della Polizia di Stato di Cassino, che firmarono l’informativa”. Aggiunge Grossi.

La situazione si fa sempre più spinosa, tanti, troppi i dubbi e gli aspetti da chiarire. Le evidenze sono sotto gli occhi di tutti, e la gente vuole risposte.

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