Trent’anni fa moriva Adolfo Di Mambro, illustre figlio di Cassino. Artefice della storia della città e del territorio

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Trenta anni fa moriva Adolfo Di Mambro, volto noto del Foro e punto di riferimento nel panorama politico, ha avuto un ruolo fondamentale negli anni della rinascita della città martire. Cassino, la sua Cassino, quella che l’avvocato rappresentava benissimo con i suoi modi, a tratti spigolosi, con i suoi toni, alti e carichi di forza, con i suoi modi di fare, tipicamente cassinati. Tipici di chi arriva al cuore dei cassinesi. Della gente che in quegli anni aveva tanto da dare, tanto in cui credere e tanti sogni da realizzare. E tanto ha fatto per la sua città, passo dopo passo, credendo ciecamente nelle sue idee, in una visione lungimirante per un uomo della sua generazione.

Una mente che correva, quella di Di Mambro, fu uno dei soci promotori dell’Ente universitario San Benedetto, seme dal quale nacque poi l’Ateneo cassinate, fu componente del Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare del Cassinate. Al Palazzo di piazza De Gasperi rimase dal 1963 fino al 1978, ricoprendo anche il ruolo di assessore all’Industria e al Commercio. Nel 1993 tornò a sedere nel palazzo comunale con la sua storica lista civica. Mai, nel corso dei decenni, Adolfo Di Mambro ha fatto un passo indietro, sempre con la forza che lo ha contraddistinto dalle aule di tribunale all’assise civica. Dai banchi d’opposizione, dai posti di governo. Un uomo che ha lasciato un segno incancellabile, morendo prematuramente. Ed è così che il 18 ottobre nel 1994 l’avvocato Di Mambro, un martedì come tanti, si è spento. Un marito, un padre, un figlio illustre di Cassino.

Il ricordo di Vincenzo Formisano, Presidente della BpC

“A distanza di 30 anni dalla sua scomparsa desidero ricordare con immutato affetto e stima l’Avvocato Adolfo Di Mambro, a cui mi legano tanti ricordi, personali e professionali. E’ stato una colonna portante della banca, che ha dato tanto al nostro istituto e al territorio. Persona competente e preparata, era unita da un rapporto di amicizia profonda e schietta con mio padre e insieme hanno condiviso molte cose.
Ricordarlo a distanza di 30 anni ha un grande valore: dobbiamo sempre conservare un profondo senso di gratitudine nei confronti di coloro che ci hanno preceduto e che con la loro vita e il loro lavoro hanno lasciato una grande eredità a chi è venuto dopo di loro. Sono convinto che questo legame con la storia e col passato sia anche uno dei punti di forza della nostra banca, fatta di persone che, come in una famiglia, custodiscono la memoria e la gratitudine nei confronti del passato, mantenendo intatto lo spirito e i principi che guidano il nostro istituto”.

Quando la storia si scriveva nei libri e non sui social

A trenta anni dalla sua scomparsa in pochi ricorderanno il suo volto, le sue accorate arringhe, le sue battaglie. I suoi impeccabili completi. Ma in tanti beneficiano delle azioni e dell’operato di Di Mambro e degli uomini della sua generazione che tanto hanno fatto quando si agiva lontano dai social e dalle passerelle, ma nelle stanze e nelle piazze, quando si scriveva la storia di questo territorio.
Vita mortuorum in memoria est posita vivorum. M. T. Cicerone

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