Addio a Sammy Basso, in una società che “corregge” le rughe, il suo viso era un’esplosione di vita

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Se ne è andato per un malore. Non aveva ancora 29 anni Sammy, anche se il suo aspetto sembrava dire altro. Ha sfidato il tempo, la natura, la scienza. Sammy ha combattuto fin dal giorno in cui è nato, il primo dicembre del 1995. Era il piu’ longevo malato al mondo affetto dalla sindrome della progeria di Hutchinson-Gilford, patologia ultra-rara caratterizzata da “invecchiamento precoce”.

Una vita come tante, un brillante biologo che stava cercando di trovare risposte, di capire, di aiutare. Una cosa su tutte colpiva di Sammy, il suo sorriso, una risata contagiosa. Non si è mai tirato indietro davanti alle domande, alle curiosità, anche a quelle più scomode. Ha creduto così tanto nelle sue idee, nel suo percorso, che, anche se con qualche difficoltà in più, ha sempre raggiunto i suoi obiettivi. In una società come quella in cui viviamo, che vede sempre più giovani mollare, lasciarsi andare a fragilità, volti di cristallo, volontà di zucchero, fragili come le unghie variopinte che molte ragazze esibiscono come trofei, inspiegabili come quei calzoni troppo corti che i giovanotti portano con un fare eccessivamente vanesio, Sammy sorrideva e cercava di trovare un senso. Studiava, viaggiava, era curioso e non rimandava mai a domani quello che avrebbe potuto fare subito. Forse perché consapevole che il “suo” tempo era ben diverso dal tempo comune, ma anche per quel suo modo di essere così frizzantino, sognatore, avido di vita. Sammy aveva una famiglia fantastica alle spalle, una mamma e un papà che non gli hanno mai detto “non si può fare” ma che non hanno neanche fatto le cose al posto suo, lo hanno supportato quando necessario, festeggiato con lui successi e compreso gli insuccessi. Era stato in Cina ed era tornato qualche settimana fa e ieri sera era andato a cena con amici e familiari, una serata come tante, che per Sammy però è stata l’ultima. Il personale del 118 giunto sul posto ha fatto di tutto per rianimarlo, il tempo di Sammy Basso però era finito. Ma con lui non è finito il tempo del suo sorriso, della sua risata, della sua tenacia e della sua caparbia. Con lui non sono andati via i suoi sogni.

Uno scienziato col primato dell’amore

A Sammy dobbiamo dire grazie, grazie per aver dimostrato che la forza di volontà fa la differenza, per averci dimostrato che in questa società che combatte contro i segni del tempo e le rughe, quei segni in realtà non hanno valore. Parlava così della famiglia Sammy “La mia idea sulla famiglia non è inquadrabile politicamente, anche perché per mia natura sono abituato ad osservare un fenomeno e un’idea da tutte le angolazioni possibili. Un giorno magari ne parlerò se ne sentirò la necessità, per ora, col sorriso, una sola idea mi sento di esprimere. Qualsiasi sia la propria intima idea di famiglia un punto centrale accomuna ogni visione: il primato dell’amore! È normale che ci siano scontri sulle cose che riteniamo importanti e, per definizione, definiamo famiglia solo le persone a noi importanti. L’importante è come diceva Eraclito che dagli opposti derivi armonia. Qualsiasi sia la nostra idea dunque sforziamoci in ogni modo per amore nostro, di chi ci sta accanto e per amore della nostra società di fare sintesi per un futuro migliore”.

Pillole di Sammy

Nel 2018 si era laureato all’Università degli Studi di Padova in Scienze naturali, con una tesi volta a dimostrare la possibilità di curare la progeria tramite ingegneria genetica. L’anno successivo è stato nominato, con motu proprio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Nel 2021 si era specializzato in Molecular Biology laureandosi all’Università degli Studi di Padova con una tesi volta a chiarire la correlazione tra progeria ed infiammazione. Aveva anche fondato l’Associazione italiana progeria Sammy Basso (Aiprosab).

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