Ottanta anni fa la statua dell’Assunta fu ritrovata intatta tra le macerie, una luce nel buio della guerra

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L’amore che lega la popolazione di Cassino e del Cassinate alla figura della Madonna è così profondo e importante da attraversare secoli e continenti. Tra i diversi comuni dove insistono devozioni a figure mariane di diverso tipo, il legame tra i cassinesi e la Madonna dell’Assunta va oltre ogni immaginazione, e questo perché la figura di Maria Assunta ha segnato i momenti più bui della comunità. Malattie, pestilenze, guerra, miseria. L’Assunta c’è sempre stata, sopravvivendo proprio come sono sopravvissuti i cassinesi.

L’anniversario

In questi giorni ricorre un importante anniversario, proprio 80 anni fa veniva ritrovata la statua dell’Assunta tra le macerie. Era riuscita a sopravvivere quasi del tutto indenne alla follia e alle violenze della guerra, bombardamento dopo bombardamento.

Fino al 14 agosto 1943 il rito, seguendo la tradizione, si era sempre svolto in Via del Foro. Poi quel maledetto 10 settembre iniziarono i bombardamenti culminati, pochi mesi dopo, nella totale distruzione della città il 15 marzo del ’44. A fine maggio il fronte di guerra si spostò. Di Cassino rimasero solo macerie, una città martire. La popolazione non si diede per vinta, tutti si rimboccarono le maniche e si diedero da fare trovando riparo nelle campagne e cercando di ricominciare a vivere. Poi arrivò quell’8 agosto del 1944, quando fu ritrovata la statua della Madonna dell’Assunta. Un ritrovamento che ci fu grazie a un parroco caparbio, don Francesco Varone, che poté recuperarla miracolosamente quasi completamente intatta tra le macerie della chiesa della SS. Annunziata, andata totalmente distrutta sotto la violenza dei bombardamenti. Un miracolo, un segnale, un monito… a pochi giorni dal consueto appuntamento con il rito dell’Incoronazione l’Assunta c’era, in realtà c’era sempre stata. In mezzo alla sua gente. Tra il dolore e la morte, tra la speranza e la fede. La processione si tenne, in forma diversa, povera, misera, senza fuochi d’artificio. Gli storici narrano di colpi di bengala, di razzi illuminanti e di fucili che sparavano a mo’ di fuochi d’artificio. D’altronde questo c’era. E così i cassinesi si ritrovarono, ancora una volta, ai piedi della Madonna tanto amata e venerata. Una giornata importante, una rinascita spirituale dopo tanto orrore e dolore, entrambi destinati a non finire in quei giorni. Tante ancora furono le vittime della guerra, morte per cause sanitarie, igieniche, per fame e per l’enorme presenza di ordigni inesplosi. Il ritrovamento dell’Assunta è stato forse, per alcuni, il primo raggio di luce a squarciare il buio e le tenebre che la guerra aveva fatto calare su Cassino e sulla sua popolazione.

Il 9 luglio e la salvezza dalle pestilenze

La Madonna è sopravvissuta alla guerra con la sua gente, così come nel 1837 fu portata in processione il 9 luglio per le strade dell’allora San Germano. La statua, il sacro simulacro, venne pregato con vigore affinché la terribile epidemia di colera che stava devastando la popolazione cessasse. E così fu. Da allora il 9 luglio Cassino ringrazia Maria. Un legame che affonda le radici nel passato, nella tradizione, nella profonda devozione.

Un amore che ha superato tempo, oceani e continenti

E l’Assunta ancora oggi è oggetto di culto anche tra chi non vive più qui, famiglie che si sono trasferite all’estero per sfuggire alla miseria della guerra e alle difficoltà della ricostruzione. Famiglie che negli anni sono tornate per partecipare al rito dell’Incoronazione, donne che hanno portato i figli, poi i nipoti e i pronipoti. E oggi giovani nati dall’altra parte del mondo ancora arrivano per onorare quel profondo legame che i nonni avevano con la Madonna dell’Assunta. E in tanti ne hanno scritto e hanno regalato alle future generazioni libri e fotografie. Il Csdc ha scritto diversi articoli e saggi, il fotografo Alberto Ceccon con un fotolibro e i proventi dell’opera è riuscito in collaborazione con Aviat a far realizzare un pozzo in Togo, portando un po’ di Madonna dell’Assunta anche in Africa. L’imponente archivio storico fotografico del compianto Ivo Sambucci nasconde degli scatti e delle cartoline che ancora oggi fanno emozionare tantissimo. Poi ci sono gli scatti delicati rubati dall’obiettivo di Michele Di Lonardo. E tanto, tanto altro.

E delle polemiche sorte alcuni anni fa, quando si pensò di fare di Cassino una città mariana, quando in tanti si indignarono perché trovarono questa proposta poco rispettosa nei confronti di San Benedetto, non si può non far notare che non è necessario essere città mariana per avere un legame inscindibile con l’Assunta, protettrice della città a prescindere. Un’amore che non viene delineato con una decisione messa nero su bianco, ma che vive nella quotidianità di una comunità che si affida costantemente alla Madonna. Che affida il suo futuro e ripone le sue speranze ai piedi dell’Assunta, una figura materna che insegna che si può amare e che anche i santi e le Madonne possono “convivere”. Ma a volte sono proprio gli uomini, anche i molto devoti, a perdere di vista la retta via, quella illuminata dalla fede. Accecati da qualche strada più… terrena.

Le celebrazioni per non dimenticare

In occasione di questo importante anniversario l’8 agosto alle 18.30 i simulacri della Madonna dell’Assunta e del Bambinello saranno portati in processione dalla Concattedrale al luogo del ritrovamento in via del Foro, alle 19 seguirà una celebrazione eucaristica al termine della quale verrà deposta una corona di fiori nel posto che “ospitò” la Madonna durante i bombardamenti fino a riportarla alla luce e ai suoi fedeli.

E per il resto, non si può che augurare a tutti, in onore alla tradizione: “Che la Maronn t’accumpagn”.

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