Si è spento Daniele Arciero: ha combattuto con tenacia e sorriso. Fino alla fine pensando agli altri

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Ha combattuto davvero molto, fino alla fine ha pensato agli altri. A gennaio lo avevamo sentito e avevamo scritto di lui, lanciava un appello e parlava della malattia. Oggi la terribile notizia, Daniele Arciero non ce l’ha fatta. E così un altro doloroso addio si aggiunge a quelli che negli ultimi giorni già hanno segnato profondamente la comunità.

E’ difficile descrivere in poche parole Daniele, ma per quello che abbiamo potuto conoscere noi aveva una grandissima forza d’animo, tenace e sempre con il sorriso e la battuta pronta. Chiedeva di cambiare il sistema, invitava ad aiutare gli altri.

A ricordarlo una sua amica che con le sue parole racconta Daniele ” Diranno che stavi male, diranno che non era giusto, diranno che eri stanco, sfinito, che non è dignità tutta quella sofferenza. Tutto ciò che diranno è vero: è vero che in questi anni hai trascorso più tempo in ospedale che a casa, è vero che hai lottato con tutta la forza dei titani, che ti sei aggrappato alla vita con gli artigli conficcati nella carne. Ma è vero che hai avuto sempre un pensiero per tutto e per tutti quelli che, come te, avevano bisogno di cure, di sangue, di conforto. Non ti è mancato l’altruismo, la generosità, la tenacia anche nei momenti ancora più duri, di silenzio, di solitudine. L’ultima volta mi hai detto:” Conserva la casciata e la pastiera, conserva tutto che a Pasqua sto dentro e spero sia finita”. Non doveva andare così, non è una cosa che posso accettare perché così è la vita, non ce la faccio a non chiedere più se è cambiato qualcosa. Non c’è stato un secondo in cui non c’abbia creduto. Ho addirittura pregato, io che non credo ma spero da tanti tanti anni. Mi sembra di vederti ancora bimbo di pochi anni, poi ragazzino tondo tondo a casa di zia Giustina con mia sorella e poi, improvvisamente, eri altissimo, magrissimo, elegantissimo, tutto issimo.

“Daniè e che è successo?”
“Niente! So bigl!”

E sì, sei stato bello sempre, anche quando correvi al campo con le mani livide, anche col viso gonfio. Mai una volta che non sorridessi, beffando la malattia, gli sguardi preoccupati di chi ti ha amato e ti amerà sempre. È un dolore immenso, uno strazio che mi riporta a quel 16 dicembre in cui Cecilia ci ha lasciati increduli, di pietra. Manca l’aria ora come allora. Sei stato un privilegio”.

Qualche mese fa la sua voce ci raccontava pezzi di vita che noi abbiamo raccontato: “Daniele è ricoverato nel reparto di Ematologia dell’ospedale di Frosinone. Fino a qualche anno fa la sua vita procedeva a gonfie vele, si occupava di moda, all’estero in Spagna. Un ragazzo come tanti, appassionato, che aveva portato le sue competenze all’estero. Tutto sembrava andare per il verso giusto. Poi qualche malessere, analisi, controlli e la scoperta; per lui la diagnosi di leucemia. Oggi Daniele ha 46 anni e combatte ogni giorno, si cura con impegno, ma a volte neanche la tenacia può bastare. Continua a vivere, a sorridere, è un tipo tosto”.

E Daniele ha sorriso fino all’ultimo. Nonostante tutto. Nonostante…

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