Quando non c’è più senso e non ci sono risposte al dolore. Ciao Jessica

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Davanti alla morte non ci sono parole. Sant’Agostino scriveva “Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano ma sono dovunque noi siamo“. Ma nessuna riflessione, seppur di un santo, può riempire il vuoto che chi muore lascia alle sue spalle.

Quando una giovane donna di poco più di 30 anni si spegne, il mondo si ferma. Il silenzio avvolge tutto. Un peso enorme diventa zavorra per i cuori di chi la conosceva, di chi non la conosceva, di chi anche solo vedendo la sua foto si chiede “perché?”. Perché Jessica? Perché così?

Eppure solo pochi mesi fa la vita sorrideva, la laurea, il matrimonio, l’arrivo di una figlia. Tutta la vita davanti. Allora cosa è andato storto? Quando il destino cattivo e ingiusto ha deviato una giovane vita piena di sogni, quella di una mamma alle prime armi, a capofitto verso uno strapiombo?

Chi si affida alla fede, chi non ci riesce, chi se la prende con il Covid, con i vaccini o l’alimentazione, chi con il clima e l’inquinamento. Ognuno cerca una risposta dove, forse, una risposta non c’è. Perché quale destino, Dio o entità superiore può essere così ingiusto, così cattivo, tanto da spezzare una vita piena di speranze. Tanto da strappare all’amore dei genitori una figlia. Tanto da portare via a un marito l’amata moglie. Tanto da lasciare una bimba senza la sua mamma.

Oggi si è spenta Jessica, il suo sorriso è andato via con lei. Continuerà a vivere in quello di sua figlia, nei cuori della sua famiglia, dei suoi amici. Ma lei non sarà più qui e questo non è giusto. Questo è incomprensibile. Questo è inaccettabile, sotto qualsiasi punto di vista. E ognuno ha il diritto di provare quello che vuole, rabbia, astio, sfiducia. Nessuna parola, nessuna frase, nessun abbraccio potrà sostituire questa assenza. E domani, in un caldo sabato di fine luglio, Jessica non sarà a spasso con la sua bimba, o al mare con la sua famiglia. Affronterà il suo ultimo viaggio, accompagnata da tante persone, che saranno costrette a salutarla un’ultima volta e che torneranno a casa chiedendosi ancora e ancora e ancora: perché? Che senso ha tutto questo?

La malattia ti porta via tanto, ti porta via il presente, ti porta via il futuro, ti porta via le speranze, ti porta via tutto. TI porta via chi ami. Ti porta via da chi ami. Ti lascia solo tanta rabbia, tanto dolore. E ti lascia una domanda che ti può far sembrare quasi cattivo: perché a me si e agli altri no? Perché un giovane e non un anziano? Perché una neo mamma e non una nonna? Perché qualcuno che aveva ancora tanto da vivere e non qualcuno che dalla vita ha già ricevuto molto? Ma solo chi attraversa l’oscurità della malattia può capire che tutti i pensieri che annebbiano la mente arrivano dalla voglia di continuare a vivere, una tenacia che cresce con la malattia e, a volte, dalla consapevolezza che niente sarà più come prima.

Ciao Jessica. Tutto questo non è giusto. E’ una vera schifezza. Ora tu non ci sei più e la vita continua. Dovrà continuare. La vita continuerà in tua figlia. Perché il destino è così, prende e dona. Strappa e cura. E tutti noi siamo solo di passaggio. Avresti meritato un viaggio più lungo.

I funerali si svolgeranno domani sabato 27 luglio nella chiesa di San Giovanni Battista a S. Angelo alle 16.30.

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