Questo è stato un anno di grandi cambiamenti. Un anno di saluti, un anno di novità. Qualcuno è andato, altri sono arrivati. Tirando le somme sono felice e stanca di chiudere questi dodici mesi così, con una decisione, quella di andare avanti nonostante tutto. Da sempre ricordo che scrivere è stata un’attività “necessaria” per me. Ho preso una penna in mano e non l’ho più lasciata. Al liceo vivevo per preparare l’edizione di Ermes, il giornalino d’istituto. Non avevamo crediti per la maturità, non c’erano cerimonie, non si saltavano le ore di lezione. Avevo 15 anni e per i lettori ero Pecos Bill. Non ho mai smesso di scrivere. Il giornalismo ha mille sfaccettature, non ho mai pensato il giornalismo come un mezzo per “incriminare” o “mettere all’angolo”. Il giornalismo, che piaccia o no, è raccontare. Storia dopo storia, vicenda dopo vicenda, elezione dopo elezione. Raccontare emozioni, particolari, la società che cambia. Raccontare la cronaca, raccontare la gioia, il dolore, la speranza, la paura. Lasciare a chi legge il diritto e la possibilità di dare un peso ai fatti. Da quando abbiamo iniziato a raccontare, in ogni storia abbiamo messo un po’ di noi, in ogni storia i lettori ritrovano una parte di loro.
Scrivere comporta una grande responsabilità, nei confronti di chi legge, nei confronti dei protagonisti delle storie, nei confronti di un territorio. Abbiamo commesso errori, di valutazione, di interpretazione. Ma abbiamo anche azzeccato qualcosina. Abbiamo nel cuore piccoli pezzi di ogni persona che abbiamo incontrato, di ogni persona che abbiamo “raccontato”. E possiamo dire che il mondo è davvero pieno di meravigliosi tesori.
Personalmente, in questa strada lunga quasi due decenni ho incontrato colleghi, amici, nemici, nemici diventati amici e viceversa. Ho incontrato penne più esperte che mi hanno insegnato, anche ad essere diversa da loro. Che mi hanno insegnato a non essere serva, dandomi proprio l’esempio opposto. Ma una cosa su tutte, non ho mai rinunciato a me stessa, alle mie idee, alla mia visione. A qualcuno piaccio così, ad altri proprio non piaccio. E ad altri ancora sono del tutto indifferente. E’ così che va, è giusto così. Continueremo a raccontare storie, ad ascoltare, a partecipare alle attività della comunità. Di fatto non cambia nulla, abbiamo sentito l’esigenza di mettere nero su bianco quello che siamo. Di metterci la faccia, come direbbe qualcuno. Una faccia che in molti già conoscono bene e che qualcuno ha finta di non conoscere per comodità e per rancore.
Non posso non ringraziare chi mi ha portato a questo, la mia famiglia, e in particolare Mirko che mi ha sempre spronata, senza mai mollare. A lui devo l’entusiasmo, la tenacia, il cuore pulsante di Cassino Notizie. E’ stato il primo a mettersi in gioco, a rimboccarsi le maniche. Poi c’è Marco, non di certo in ordine di importanza, a cui dobbiamo il nostro nome, l’idea originaria e tutta l’architettura informatica, efficiente e smart allo stesso tempo, fondamenta forti, colonne portanti delle nostre parole. Ringrazio i detrattori e chi nel tempo ha sperato che il progetto fallisse. Un pensiero “speciale” a chi non ha creduto nel “nostro” e nel “mio” modo di essere e di scrivere, di vivere il giornalismo, denigrandoci e denigrandomi. Che ha dubitato, perché prima ero troppo scassacazzi, poi troppo giovane, poi donna, poi madre, poi ancora più scassacazzi, poi non allineata. Ringrazio chi ha deciso di non salutare, di non rispettare e di remare contro. Ringrazio chi ha avuto parole poco gentili nei nostri confronti.
In fin dei conti grazie a tutte queste persone e alla famiglia allargata di Cassino Notizie non ho mai perso la forza e la voglia di rompere le palle. Anzi ci ho preso ancora più gusto. Cassino Notizie continuerà ad essere ciò che è, a raccontare la città e il territorio, a dare voce alla comunità. A crescere con i lettori. A commettere qualche errore e a imbroccare la strada giusta. E la mia penna, le nostre penne saranno sempre a disposizione per raccontare nuove storie, nuove pagine.
Con immenso affetto Paola Enrica Polidoro, detta Pep, direttore di Cassino Notizie.
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