La “Foresta” dei pugnali volanti

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Se l’incontro promosso all’Eden Café (Leggi qui) poteva essere il principio di un progetto unitario che poteva sancire l’inizio di una collaborazione vera tra tutte le anime dell’opposizione, comprese quelle interne alla maggioranza, ha innescato, invece, una serie di faide che per poco non ci scappa il morto. Si fa per dire. Quindi dalla Pace della Foresta a “La foresta dei pugnali volanti” il passo è stato breve. Tra invitati all’ultimo momento, non invitati, invitati a cui la compagnia non è piaciuta e indiscrezioni uscite prima che i commensali si alzassero da tavola, verificatesi poi nemmeno reali, è palese che l’incontro non è nato sotto una buona stella. Ognuno ha voluto dire la proprio verità, ovviamente quella che gli conveniva per far saltare il banco. Ma soprattutto per non prendere impegni ufficiali.

Amucchiata si, ammucchiata no

Inoltre l’incontro rischia di far saltare le primarie dei civici di centrodestra. La Lega è stata molto chiara: se si vuole “continuare su questa strada con i saleriani, io e il mio partito facciamo un passo di lato perché non abbiamo alcuna intenzione di far parte di questa ammucchiata”. E pensare che fino a ieri il “campo largo”, quello che ha portato alle grandi vittorie di Luca Di Stefano a Sora e Piergianni Fiorletta a Ferentino era un must. La questione sembra molto semplice, ognuno cerca di portare acqua al suo mulino attraverso finte e contro finte alla Ronaldinho Gaucho.

Ci sono dei giocatori in campo ma i veri top player decidono ruoli e muovono gli schemi, come in un enorme e reale subbuteo. Facciamo un esempio: l’incontro dell’Eden Cafè è stato promosso da Renato De Sanctis, ma il messaggio lanciato è stato quello che a volerlo sia stata la Di Rollo. E che avrebbe addirittura suggerito la candidatura di Maccaro a primo cittadino. Tra l’altro neppure presente all’incontro. Delle due l’una, o la “Divina” si è fatta prendere la mano e spinta da una eccesso di abbia voluto apporre la firma su un incontro importante per la definizione del candidato sindaco da opporre a Salera. Cosa improbabile visto che ufficialmente il cordone ombelicale non è stato reciso. Oppure qualcuno ha voluto diffondere tali notizie per aprire ufficialmente il lancio al pugnale. Cosa sicuramente più probabile.

La tempesta di lame

A trovarsi in mezzo alla tempesta di lame si sono trovati ovviamente quelli più esposti, la Di Rollo in primis e poi il buon Benedetto Leone. Il quale da mesi ci “sfracassa” con la storia delle primarie, che appaiono ormai sempre più un giochino per dimostrare che la “selvaggina civica” del centrodestra combina solo casini. E poi a mettere le cose apposto deve pensarci sempre papà.

Niente vino a pranzo, Bevilacqua

Michelina Bevilacqua, invece, che non è mai stata invitata al pranzo “ritiene inaccettabile sedersi ad un tavolo con tradizionali avversari politici, per confezionare un progetto politico che prefigura una ammucchiata che poco ha di politico. Molto invece di assalto alla diligenza, come si dice”. “Non capisco come Benedetto Leone, – rincara la dose la vicepresidente del Consiglio – esponente del centrodestra, eletto nella lista di Mario Abbruzzese, ignorando la propria appartenenza si sieda ad un tavolo finalizzato a mettere in piedi un progetto politico con alcuni di quelli che fino all’altro ieri sono stati i suoi avversari”.

Insomma le condizione precarie del centrodestra a poco più otto mesi dalle elezioni stanno permettendo ad Enzo Salera di prendere un margine che, se si continuerà di questo passo, sarà pressoché incolmabile. Soprattutto per una coalizione di centrodestra.

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