Primarie, primarie, primarie. Tutti gridano alle primarie. E questa mattina è andata in scena la seconda parte del primo atto che si è svolto qualche giorno fa al Manzoni. In sala Restagno Leone, Borraccio, Mignanelli, Evangelista. A cui si sono aggiunti Sebastianelli e Langiano. Presenti una ventina di persone. De Sanctis assente “giustificato” (in ferie) e Armando Russo sostenitore a distanza, così riportano i presenti. E’ un’assenza, però, che lancia un messaggio preciso. Assente anche l’avvocato Buongiovanni, volto nuovo presente invece nel foyer del teatro. “Qualquadra non cosa” direbbe qualcuno.
Novità vecchie e una squadra di grandi… saggi
Obiettivi? Sempre gli stessi. Linee guida? Ci penseranno i grandi… saggi. Una vagonata di luoghi comuni che a questo Comune servono a ben poco. Una città sicura, accogliente, sistemata. Partecipazione larga, rivolta ai cittadini tutti, alle associazioni, agli animali domestici e di compagnia. Si “ritorna” nei quartieri. Eh, come si sente l’aria della campagna, quella elettorale. S’intende. Buoni propositi, inclusione e condivisione che sembra di leggere un libro di catechismo degli anni ’90.
Sì, perché in campagna elettorale si “riparte” dalla gente. Destra, sinistra, centro, civici, alieni. A cui si aggiungono pippo, Topolino e Pluto. Senza lasciare a piedi Paperino. Tutti sulla stessa strada, cambia solo il colore della casacca. E a volte neanche quella. La gente, i cittadini, i quartieri: il confronto. Le primarie della città, come se la città prendesse vita ogni 5 anni.
Tante monadi per una squadra fin troppo variegata
La compagine schierata ha offerto una visione della città che è apparsa piuttosto ovvia. Tutti uniti da un forte disappunto nei confronti dell’attuale maggioranza, poco condivisiva e decisamente chiusa al confronto dentro e fuori dall’aula consiliare. Qualcuno guarda al passato con occhi luminosi, altri cercano nel nebuloso futuro un appiglio. De Sanctis dalle ferie invia un messaggio. Appoggia le primarie nella misura in cui queste possano rappresentare uno strumento di democrazia. Con un programma che sia condiviso e basato su valori etici, civici, oggettivamente validi. Per migliorare la qualità di vita in città e riportare la persona al centro. E visto l’esperimento fallito con Salera, tentar non nuoce con queste primarie. Della serie “meglio questa minestra che buttarsi dalla finestra”. Evangelista ci sta, almeno finché non arrivano indicazioni da FdI, in quel caso il partito vincerebbe sul percorso primarie. E Leone incalza: tutti possono partecipare, bisogna misurarsi e affidarsi alla scelta della gente. Non sarebbe, secondo il consigliere d’opposizione, un percorso di centrodestra. Ma della città tutta. Una frase ripetuta talmente tante da volte da ricordare “il trattamento Ludovico” di Arancia Meccanica
Le tematiche scelte
Cinque i punti alla base del programma. Punti che saranno sviluppati sia dal comitato dei saggi che dai consigli raccolti nei quartieri. Una visione davvero “nuova” della città. Cassino città dei valori. Cassino centro aperto e accogliente. Cassino città viva e società. Cassino cuore pulsante del Lazio Meridionale. Cassino una grande comunità. Con Cassino città della cultura (assente tra i 5 punti) il quadro sembra un doppione dell’album dei calciatori dell’ultima stagione, ce l’ho, ce l’ho, mi manca.
Tutti gli step
Intanto si parte, da settembre tutti in viaggio. Saranno i saggi a decidere regole e linee da seguire per i candidati e per la gestione del progetto primarie. Non è dato sapere chi saranno i saggi, almeno per ora. Tra novembre e dicembre si raccoglieranno le candidature (regalo sotto l’albero). E a febbraio, tempo di carnevale, maschere e coriandoli, si terranno le primarie. Così che per maggio il prescelto o la prescelta potrà rappresentare al meglio questa variopinta e alquanto larga coalizione
La città, quella vera
E la città, quella super citata, i cittadini, quelli di cui tanto si è parlato, in questo bollente agosto iniziano ad osservare. Spettatori inermi, come sempre, dello show. Protagonisti della vita vera che ha ben poco a che fare con proclami, programmi e piani. Che arrivino da una fazione o dall’altra. Perché la città e i cittadini, quelli reali, esistono anche nei vuoti spazio temporali tra un passaggio alle urne e l’altro. E la politica dimentica fin troppo spesso l’unica, vera e importante realtà: le persone non sono solamente una x su una scheda. Ma hanno la forza di poterti cancellare per sempre.
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