Nei lunghi corridoi della sede della Commissione Italiana per l’Unesco e negli ambienti del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e per il Turismo, la fuga in avanti dell’amministrazione comunale sul progetto della candidatura degli otto monasteri benedettini a Patrimonio dell’Unesco, non è stata presa benissimo. Sembra infatti che l’ente deputato a formalizzare la candidatura ufficiale, che ha sede a Palazzo Altemps, a due passi da Piazza Navona, grazie al comodato d’uso gratuito concesso dal MIBACT, avesse vietato a tutti i protagonisti coinvolti nel progetto di parlare fino all’avvenuta ufficializzazione della candidatura a Parigi. Ma così non è stato.
Nessun capofila, il comitato scientifico e gli enti coinvolti
Ed è veramente fuorviante che a rompere il “silenzio strategico” sulle vicende sia stato il Comune dove è ubicata, forse la più importante, storicamente e culturalmente, abbazia benedettina delle otto candidate. Fermo restando che nel progetto sono “tutti alla pari”, non esiste un “capofila”. Ci sono diverse Università coinvolte, tra cui l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, un comitato scientifico per ogni “candidato” e altri soggetti che di certo non possono, ma soprattutto non devono, rivendicare la paternità di un’idea progettuale più ampia e strategica. Forse a Cassino, Sindaco e “compagni”, non hanno ben inteso quanto c’è in gioco e quanto dipenda il futuro turistico e culturale della nostra città dall’approdo in porto di simile candidatura, tanto da inserirla in una delle più becere campagne di comunicazione elettorale. In realtà non esiste in loco qualcuno che possa rivendicare la paternità di questa iniziativa. Ma possiamo ricostruire senz’altro le cose, sicuramente con meno artefizi di qualche altro mezzo di diffusione del “verbo” saleriano.
La cronistoria
Nel 2016, precisamente il 16 giugno, a quattro giorni dal secondo turno delle amministrative, il candidato sindaco (o meglio chi per lui) Giuseppe Golini Petrarcone scrisse sulla sua pagina facebook:
“La candidatura di Montecassino alla lista del patrimonio mondiale Unesco non solo è motivo di orgoglio, ma è il riconoscimento ad un lavoro che come amministrazione abbiamo portato avanti per valorizzare l’immensa ricchezza paesaggistica, storica, culturale e turistica di Cassino di cui la nostra meravigliosa abbazia rappresenta, senza ombra di dubbio, il fiore all’occhiello.
Non è stato di certo semplice e siamo solo all’inizio, ma siamo felici di essere riusciti ad arrivare dove nessuno prima era arrivato. La data del 20 giugno, quando inizierà a Roma l’iter della candidatura, è stata volutamente indicata e segna l’inizio di una nuova era nel caso in cui, e ne siamo convinti, Montecassino entri nella lista del patrimonio mondiale Unesco. L’ennesimo grande risultato raggiunto dalla nostra amministrazione in ambito culturale e, in questo caso, soprattutto in ambito turistico. Basta analizzare i flussi turistici delle città in cui insistono beni entrati a far parte del patrimonio dell’Unesco. L’incremento del turismo in quelle città è nell’ordine del 25%.
Un lavoro in sinergia con associazioni ed enti del territorio finalizzato alla valorizzazione di quei luoghi che rappresentano la storia della nostra città”.
Ci sono sicuramente da fare delle precisazioni. La prima tra tutte: ad oggi non esiste una candidatura ufficiale. Non esiste oggi è non poteva esistere allora: c’è però un progetto. Quindi all’epoca dei fatti qualcuno ha voluto calcare la mano. Ci sta. Soprattutto a quattro giorni dal ballottaggio Petrarcone-D’Alessandro. Fatto sta però che proprio in quel periodo ci fu un incontro sul tema, promosso dall’Università di Cassino, che, però il comune, disertò. In sostanza dei rappresentanti dell’ente non si presentò nessuno.
Le mappe catastali
A gennaio 2017, precisamente il 12 gennaio, fu convocata una nuova riunione del tavolo tecnico a cui parteciparono il padre Abate, Dom Donato Ogliari, il Rettore dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Giovanni Betta, la delegata per la diffusione della Cultura e della conoscenza, Prof.ssa Giulia Orofino, la docente di Museologia, Prof.ssa Ivana Bruno (le ultime due costituiscono il comitato scientifico di cui sopra per Montecassino), il coordinatore del progetto, Dott. Ruggero Longo e l’arch . Gabriella Musto, Direttore del Monumento Nazionale di Montecassino. Della partita anche l’imprenditore Daniele Miri. Il Comune prese parte alla convocazione rappresentato dal Sindaco pro tempore Carlo Maria D’Alessandro. In quella sede il primo cittadino si impegnò a per recapitare al coordinatore del progetto tutta la documentazione relativa alle mappe catastali entro la fine di Febbraio. E così fece.
Nessun iter ufficiale
Da allora fino ad oggi il comitato scientifico, il responsabile del progetto e l’ente promotore, che non è, sulla carta, sicuramente il Comune di Cassino, partner, invece si, del progetto si sono riuniti varie volte e la stesura, gli incartamenti e le pratiche da elaborare sono andate avanti. L’approvazione all’unanimità del Consiglio Comunale di Cassino dell’adesione all’accordo di programma per la candidatura che vede insieme otto Comuni italiani sede di abbazia benedettina sparsi tra Lombardia (San Pietro al Monte), Piemonte (Sacra di San Michele), Lazio (Subiaco e Farfa), Molise (San Vincenzo al Volturno), Campania (Sant’Angelo in Formis) e Marche (San Vittore alle Chiuse), non ha avviato nessun iter. Perché se ci riferiamo alla candidatura, è un falso. L’iter lo determina la Commissione una volta esaminato il progetto. E anche se ci riferiamo all’aspetto temporale non è con l’amministrazione Salera che è nato il percorso. Tanto che nessuno degli altri comuni interessati ha diramato un comunicato stampa. In virtù di quello che dicevamo all’inizio: si parla, si, ma solo una volta che l’iter è partito ufficialmente. Non crediamo che all’Unesco piacciano strumentalizzazioni politiche di questa natura, palesemente rivolte a fini elettorali.
L’allegato che viene fatto passare per progetto
Forse, in virtù di uno stile politicamente corretto chi gestisce la comunicazione del sindaco di Cassino avrebbe dovuto tener presente che gli altri primi cittadini avrebbero potuto risentirsi di questa accelerazione elettorale. E viene da pensare che forse si tratti proprio della stessa accelerazione elettorale del 2016. E non ha portato tanto bene.
Il passaggio in consiglio comunale da parte dell’attuale amministrazione è stato un atto dovuto, propedeutico alla consegna di tutta la documentazione necessaria per avviare il cammino del riconoscimento come patrimonio dell’Unesco. E cercare di far passare un atto dovuto, una sorta di “allegato”, per il completamento di un iter che di fatto, ancora non ha portato la commissione a pronunciarsi ha più il sapore di una mera comunicazione elettorale piuttosto che di un comunicato vero.
Ma, del resto, si sa che a poco più di un anno dalle elezioni i comportamenti politicamente corretti vadano … a farsi benedire. E per quest’ultima affermazione non ce ne vogliano gli enti ecclesiastici coinvolti nel progetto.