Cassino, pedonalizzazione: l’opposizione presenta un esposto

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In una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina in Comune i consiglieri d’opposizione tirano le somme. Presentato un esposto per far chiarezza su alcune problematiche e presunte irregolarità collegate al progetto di pedonalizzazione di parte del Corso della Repubblica. Presenti al tavolo i consiglieri Petrarcone, Borraccio, Evangelista, Leone e De Sanctis. Ai quali si aggiungo come firmatari, seppur assenti in conferenza, i consiglieri Fardelli e Mignanelli.

Interessata anche la Regione Lazio

L’esposto è stato presentato alla Regione Lazio, alla Direzione Regionale per le Politiche Abitative e Urbanistica, alla Soprintendenza Archeologica Ufficio di Cassino e alla Procura della Repubblica di Cassino. “Siamo partiti dall’accesso agli atti fatto dal consigliere Leone ma abbiamo deciso di andare avanti anche visto l’esito del consiglio comunale e le risposte avute alle nostre domande, dubbi e critiche. Critiche che sono state formali ma alle quali il sindaco e alcuni membri della maggioranza hanno fornito risposte che non abbiamo ritenuto adeguate quanto piuttosto inconsistenti e insufficienti. Insussistenti soprattutto”. Così Petrarcone spiega il quadro.

I vari punti finiti sotto la lente

Mancanza del Put, ma è stato detto ormai più e più volte. Strumento necessario e fondamentale per gestire interventi così impattanti per la città e per la sua vivibilità. “L’incarico per esaudire e ultimare il Put è stato dato all’Unicas e al professor D’Apuzzo solo nel novembre 2022”. Evidenzia Petrarcone che continua. “Tre censure quelle su cui verte l’esposto: la prima di natura urbanistica sulla eliminazione di circa 80 parcheggi che insistono sul tratto interessato del Corso della Repubblica. Eliminazione che altera gli standard urbanistici che non vengono rispettati e che non vengono poi reintegrati. La seconda verte sullo smaltimento delle acque meteoriche direttamente nella rete fognaria pubblica, cosa assolutamente contra legem. Peraltro gli stessi componenti della maggioranza hanno ammesso essere una misura voluta non nel rispetto delle regole. La terza, la più grave, è una censura di natura paesaggistica sulla mancanza dell’autorizzazione paesaggistica prescritta ai sensi e per gli effetti degli articolo 3 e 44 delle norme di attuazione del Ptpr. Qualcuno aveva detto in consiglio che queste censure non erano sussistenti perché i lavori non erano stati aperti. Ufficialmente i lavori sono stati aperti, anche in base alla tabella che è acquisibile da tutti, il giorno 28 marzo”. Petrarcone ha esposto chiaramente la questione. A questi punti Leone ne aggiunge un quarto. “Manca anche il titolo legittimante all’esecuzione dell’opera. Il titolo edilizio che non poteva essere rilasciato dal dirigente dell’area tecnica perché il dirigente dell’area tecnica in questo caso specifico risulta essere progettista dell’opera stessa. L’architetto Bianchi non è progettista sull’atto, risulta essere colui che ha donato alla città un progetto. Ma di fatto il progettista è il dirigente. Tale dirigente non poteva autorizzare se stesso a legittimare l’esecuzione dell’opera”. Un bel labirinto di carteggi e di ruoli.

Commercianti e opposizione consiliare, due percorsi differenti

Chiare le posizioni dei consiglieri di opposizione: ci sono delle cose che a loro parere non vanno. Borraccio ci tiene a sottolineare le diverse posizioni, quella dei commercianti che stanno portando avanti la loro battaglia, legata alle loro esigenze quotidiane. E quella dei consiglieri di minoranza che, come rappresentanti della cittadinanza, hanno l’obbligo di chiedere trasparenza e rispetto di tutte le norme. “Abbiamo consultato un professionista della materia che ci ha evidenziato diverse violazioni e omissioni. Tanto gravi e circostanziali, che abbiamo poi formalizzato in un esposto rivolto alle singole competenze funzionali. Alla Regione Lazio e nostro malgrado anche alla Procura della Repubblica di Cassino. La nostra priorità e ciò che vogliamo evidenziare è porre l’attenzione sulle irregolarità procedurali che hanno contraddistinto l’opera in questione. E che, in quanto tale, per il nostro ruolo di garanzia, è un atto doveroso, malgrado il progetto di riqualificazione urbana che è altrettanto condivisibile”.

Differenza tra obiettivo politico e civico, la pizzicata di De Sanctis

La diversa visione della città, legata sicuramente ad aspetti politici, non può prescindere però dal benessere di tutta la comunità. De Sanctis ha più volte evidenziato una risposta che il sindaco gli fornì durante un’assise civica. ” Quando gli chiesi se preferiva raggiungere l’obiettivo a prescindere o seguendo tutte le norme lui candidamente ammise che l’obiettivo lo avrebbe raggiunto a prescindere. Ha quindi ammesso che il raggiungimento dell’obiettivo è prioritario rispetto al percorso da fare per raggiungerlo. Non posso essere assolutamente d’accordo con questo modo di agire”.

Nessuno contrario al cambiamento ma ai metodi scelti

I consiglieri hanno inoltre evidenziato come nel corso dell’ultimo consiglio comunale ci siano stati tentativi e richieste di apertura, poiché nessuno si dice contrario a un progetto di riqualificazione del centro della città. E non solo. Ma per portarlo a termine nella maniera più adeguata possibile ci sarebbero dovute essere delle tappe propedeutiche. Come il Put, un confronto magari anche con la minoranza, con le associazioni di categoria. Provando a avviare una sperimentazione per valutare le ipotetiche criticità che si sarebbero potute registrare. Non stravolgendo un progetto politico ma condividendone parti essenziali che avrebbero coinvolto tutta la città e impattato sul futuro della società che vi abita e ci lavora.

L’amministrazione del “dopo semmai risolviamo”, Evangelista non la prende piano

“Sembra assurdo” evidenzia Evangelista “Che i problemi che si stanno registrando, e che erano da mettere in preventivo, vengano risolti sempre dopo. Ma questa è una caratteristica dell’amministrazione Salera”. “I mezzi pesanti non possono girare in via Arigni? Allora si mettono ostacoli per evitare 4 parcheggi all’inizio della strada, due per lato. Ma solo dopo che diversi mezzi sono rimasti incastrati. I pullman non riescono a girare dal corso in via Marconi? Perfetto, si sposta il semaforo, sempre dopo. Prendiamo ad esempio la pista ciclabile, prima tratteggiata, poi gialla, poi bianca, poi scomparsa, in alcuni tratti senza protezioni. O ancora i dossi realizzati in un modo, poi dopo mesi oggetto di interventi e di livellamenti. Ma sempre dopo. Eppure basterebbe fare qualche analisi in più, una osservazione. La foga di fare le cose a tutti i costi, a “prescindere da” e “poi si vede” denota una certa arroganza politica”.

Le tappe seguite: Leone fa il punto

“A chi ha detto che l’opposizione è stata ferma per mesi vorrei spiegare delle oggettività. Per muoverci in maniera corretta e conforme avevamo bisogno di avere in mano delle carte, di fare, anche attraverso accesso agli atti, dei controlli. Per fare questo però abbiamo dovuto aspettare”. Spiega Leone. “L’opera è stata annunciata, è vero, mesi fa, ma noi non possiamo lavorare su quella che è una annunciazione. Noi dobbiamo lavorare in base agli atti. E quindi su realtà oggettive portare aventi la nostra attività di verifica, garanzia, controllo e opposizione. Il primo atto è del 6-12-2022. La prima delibera di giunta che parla di riqualificazione del tratto del corso della Repubblica è a dicembre. E subito dopo il 6 dicembre ci sono stati gli atti consequenziali che sono arrivati a gennaio con la determina del dirigente e la pubblicazione sul sito della Provincia di Frosinone della gara di appalto. Ad oggi risultano assenti i pareri che loro stessi nella relazione progettuale identificano come parte integrante del progetto stesso. Parere della paesaggistica, quello archeologico, quello della polizia municipale, quello eventuale del genio civile. L’unico pare presente è quello archeologico che rimanda a quello della paesaggistica”. Leone ripete quanto esposto in aula Di Biasio lo scorso 22 marzo. “Trovo assurdo che senza questi pareri, soprattutto quello della paesaggistica, il Comune abbia avviato e appaltato i lavori. Una cosa che a un semplice cittadino che voglia fare dei lavori ad una proprietà in zona rossa -quindi “centro storico” – viene richiesta e ovviamente pretesa prima di avviare qualsiasi tipo di intervento. Gli stessi consiglieri di maggioranza ammettono che il parere manca ma con una certa sicurezza affermano che il parere ci sarà. Lo dicono con assoluta certezza, ma come è possibile?”. Un altro aspetto evidenziato nell’esposto.

Quello che manca è una visione comune, un equilibrio e l’ascolto: 270 metri per dividere 40.000 persone

A tirare le somme quindi l’opposizione che ha deciso di pretendere chiarezza. Ribadendo in maniera più che evidente e soprattutto compatta, che nessuno è contrario a un progetto di riqualificazione. Ma questo progetto ha necessariamente bisogno di studi e pareri propedeutici, di confronto con tutte le parti dell’amministrazione, per quanto possibile, e anche della comunità che ad oggi è più che spaccata.

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