Sembra di assistere a una commedia, dove tutti vogliono uno scranno e nessuno fa i conti con la realtà. Per questa nuova tornata elettorale delle regionali dal territorio si stanno muovendo a decine, tutti per il “bene del territorio”, tutti per “rappresentare gli interessi dei cittadini”. Ma poi, di questi cittadini, qualcuno si è veramente mai interessato? Di come stanno tirando avanti la carretta in questi mesi, dei timori e delle paure, delle raccomandate che arrivano a frotte per rate non pagate e mutui appesi al destino di una Naspi che arriva con ritardo? Perché la politica, quella di una volta, quella che dovrebbe essere definita politica, in realtà dovrebbe occuparsi dei cittadini, delle persone. Ma negli ultimi anni la politica è pantaloni coi risvoltini, mocassini scamosciati, donne che scimmiottano i colleghi, battaglie farlocche quando il latte è ormai versato. Passerelle e post sui social, tagli del nastro e frasi fatte che arrivano da persone che vivono una vita molto ma molto distante da quella di chi dicono di rappresentare e capire.
Come le lumache dopo una pioggia abbondante
Un distacco con la realtà che la gente percepisce sempre più netto. E ora, a poche settimane dal voto per il rinnovo della governance della Regione Lazio spuntano candidati come le” ciammaruche dopo un pomeriggio di pioggia”. Solo dal Comune di Cassino ci sarebbero tre candidati in tre aree diverse, e ancora non si sono chiusi i giochi. Dovrebbero essere Tamburrini con il Pd, Maccaro con Demos e Alifuoco con Azione. Ma tutto potrebbe ancora accadere. Di contro nell’area di centrodestra ci sono ancora altri candidati, donne, uomini, volti noti della politica. Poi c’è l’esercito del Cassinate, con i sindaci di Aquino e di Roccasecca. Ora viene da chiedersi una cosa semplice ed elementare: conviene davvero frazionare l’elettorato di questo territorio in questo modo? Ma a guidare le scelte, come spesso accade, è l’assenza di confronto, l’assenza di una visione condivisa e di obiettivi condivisi. Attenzione, tutti ne parlano eh, ma poi chi ci crede? Forse solo quegli amanuensi moderni che scrivono discorsi e programmi.
La nuvola nera sul buon Enzo che già qualcuno considera “ex”
E dopo la disfatta delle provinciali la bufera non smette di fare ombra sul palazzo di piazza De Gasperi. Al sindaco di Cassino non sembra andarne bene una, in casa ormai le separazioni sono molto più che evidenti. E se fino a qualche tempo fa era possibile mascherarle dietro a foto e comunicati congiunti, ora è impossibile perché gli stracci sono volati ben oltre le mura. Mal di pancia e malumori su tutta una serie di decisioni imposte. Come se qualcuno avesse deciso di premere il pulsante dell’autodistruzione. E le redini potrebbero essere sfuggite al buon Enzo che qualcuno tra i più illustri esponenti del Pd chiama già “ex sindaco”. Mentre ci sono altri che cercano di cambiare musica e suonarne una diversa rispetto alle “tarantelle” di questi giorni cercando di salvare il salvabile. Ma ormai a furia di mettere toppe è diventata un’arlecchinata.
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