Per una vita in più e un diritto in meno

2 MIN

La discussione sul valore della vita e sull’aborto riempie le pagine e i dibattiti da decenni. In Italia, dove l’argomento è da sempre una ferita aperta e dove la forte presenza cristiana crea la base perfetta per consultori e reparti ospedalieri gestiti da obiettori di coscienza, la situazione è nel mirino di femministe e non solo dall’alba dei tempi.

Miliardi di dubbi

In America c’è da sempre una lotta intestina tra Stati. Lotte e guerre di pensiero al grido di “Il corpo è mio e decido io” e “Anche se è solo una cellula ha già un’anima ed è un bambino”. Di mezzo miliardi di persone, di dubbi, di donne lasciate sole, di padri inconsapevoli. Quello delle nascite e degli aborti in fin dei conti non è altro che un business, spesso, troppo spesso, ci si dimentica che si parla davvero di esseri umani, di donne, a volte giovani o giovanissime, a volte vittime di violenze di sconosciuti o di uomini che hanno in casa.

Una benedizione

“Un bambino è sempre una benedizione”, quante volte abbiamo sentito questa frase. A volte non è così. Di contro c’è chi pensa all’aborto come a una soluzione per rimediare a una vita di dissipatezza e di indifferenza. E anche lì di mezzo ci sono persone. Così si passano ore e ore a dibattere di aborto quando poi non si pensa a una reale educazione sessuale tra i giovanissimi, parlare di preservativi è ancora tabù in una società dove a dodici anni vediamo ragazzi iper sessualizzati e ce ne compiacciamo. Su tutto un principio, quello della libertà e di un diritto alla scelta che, di fatto, è stato cancellato con quattro parole scritte su un foglio.

Non si può obbligare nessuno ad amare

Non si può obbligare nessuno ad amare, a sottoporsi a un intervento, a subire qualcosa. Un corpo non è una scatola. Non si può imporre l’istinto materno e pretendere che con una cellula in più nascano anche una madre e un padre. La decisione presa è come l’infibulazione della società moderna, la strana credenza che si “possa provare piacere” con un aborto va tagliata a vivo. Eliminando questa scelta si arriverà pure, non senza dolori emotivi, fisici e con un grande vuoto, alla vita di società. Per qualcuno seduto a un banco con una toga questo è giusto, imporsi sugli altri e decidere che le donne non possano decidere.

Donnine

Sembra piuttosto assurdo. Una scelta piuttosto democratica e figlia di una società di questo secolo. O forse una scelta assurda e dittatoriale, tre donne e sei uomini hanno deciso. Ah, due donne e un uomo hanno votato contro, quindi la decisione è stata presa dalla quasi totalità di uomini e su questo non potevano esserci dubbi. Ed ora si ritornerà alle grucce e ai ferri da maglia, magari sul tavolo della cucina di qualche sconosciuto. L’importante è che i togati dormano sonni tranquilli la notte, tra nursery piene di neonati e fantastiche folle di donnine con messa in piega e grembiulino inamidato. Vintage si, ma non per tutto.

Clicca qui per leggere ulteriori notizie.

Lascia un commento