Un nuovo studio, piuttosto rivoluzionario, che dimostra chiaramente come il contagio, soprattutto con Omicron, non avvenga solo con gli ormai famosi droplet, ma anche semplicemente parlando.
Secondo un articolo apparso su QuiFinanza attraverso lo sviluppo di un nuovo metodo per il campionamento e l’analisi del SARS-CoV-2 nell’aria, i ricercatori di Arpa Piemonte e Università di Torino e per la parte teorica e modellistica l’Università di Cassino e la Queensland University of Tecnology, hanno dimostrato che il virus può essere trasmesso per via aerea in ambienti chiusi non solo tramite le goccioline respiratorie di più grandi dimensioni.
«Gli esperimenti condotti hanno stabilito che il virus SARS-CoV-2 si trasmette tramite aerosol ben oltre le distanze a lungo ritenute “di sicurezza”, pari a 1-1.5 metri, e questo lo avevano già evidenziato altri studi. In più, – si legge ancora nell’articolo – hanno confermato anche l’influenza esercitata dalla tipologia di attività respiratoria rispetto all’emissione di aerosol virale e alla conseguente diffusione nell’ambiente.
«Il professor Giorgio Buonanno dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale insiste: “Lo ripetiamo da tempo e ora ne abbiamo anche la dimostrazione. Il virus si trasmette per via aerea negli ambienti chiusi. E qui mascherine chirurgiche, distanziamento e vaccini non sono sufficienti ad evitare il diffondersi dell’infezione, come la variante Omicron ha ulteriormente dimostrato».