C’era una volta un outsider che volle candidarsi a sindaco di Cassino, in barba a un paio di potenti corazzate e in piena onda-M5S. Ma poiché la fortuna aiuta gli audaci, l’outsider disintegrò le truppe avversarie, e instaurò una maggioranza apparentemente granitica, solida, senza difetti. Però è pure vero che non tutte le ciambelle riescono col buco; quindi Salera (questo il nome dell’outsider) oggi deve fare i conti con più di un malpancista nel suo schieramento e soprattutto con i risultati delle ultime Amministrative.
I raffreddamenti
Da un lato, i raffreddori -meglio: i raffreddamenti- di personaggi del calibro della Di Rollo, di Grossi, di Maccaro scuotono come brezza leggera ma sempre più insistente la maggioranza cassinate. Ma è dall’esterno che giungono i peggiori segnali per Salera. Non è un mistero, infatti, che al di là delle affermazioni di facciata, il nostro Sindaco ambiva a proseguire una sfolgorante carriera politica, ponendo una seria ipoteca sulla Presidenza della Provincia. Forte del suo ruolo e del “colore amministrativo” prevalentemente rosso dei Comuni frusinati, Salera si era dedicato a pazienti trattative. Il punto è che oggi, dopo le elezioni, il piatto piange.
Dove pesca i voti?
Se Ceccano era già persa, come Pontecorvo, un accordo che avesse messo insieme Cassino, Sora, Veroli, Alatri, Castrocielo (e a questo punto anche Ferentino) avrebbe dato al buon Enzino grandi possibilità di occupare lo scranno più alto di Palazzo Iacobucci. Ahilui, la sinistra debacle di domenica scorsa lo ha privato della gran parte dei voti su cui contava. Sora in mano a Di Stefano, Alatri in mano al CDX, Castrocielo (feudo storico della dinastia di Materiale) conquistata alla grande dall’intuizione di Andrea Velardo e Gianni Fantaccione: e dove li pesca, adesso, i voti per diventare Presidente della Provincia?
Se Atene piange
Insomma, in un contesto in tutta Italia favorevole, Salera ha visto probabilmente evaporare i suoi sogni, restando con un pugno di mosche in mano e destinato a fare non il cartaro, ma il portatore d’acqua. Ma se Atene piange, Sparta non ride. Ha un bel dire l’ineffabile Ceccanese Fenice Ruspandini (“Che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa”) che Fratelli d’Italia è il primo partito della Provincia. Nessuno se n’è accorto: il modesto 9% a Alatri (e senza il sempreverde Iannarilli chissà come sarebbe andata) e il ridicolo 5% a Sora non sembrano esibire numeri vicini al millantato 21% su base nazionale che qualche sondaggista poco accorto continua a vantare.
Puoi avere anche decine di Consiglieri nei piccoli Comuni, ma per le elezioni provinciali quello valgono: ben poco. E poi, se fossimo in lui, rifletteremmo: quando FdI si mimetizza nelle liste civiche (come nei piccoli Comuni), gli uomini di FdI un consenso ce l’hanno. Se l’elettore vede il simbolo meloniano, invece, vota quasi in automatico da un’altra parte. Che la responsabilità sia anche di un Commissario provinciale che pensa solo a mettere la sua faccia, senza valorizzare il Partito? Insomma, mala tempora currunt.
Ricalibrare
Enzino farà bene a ricalibrare ben più modestamente le sue ambizioni. fa il Sindaco a Cassino già è abbastanza impegnativo. Ruspandini saprà ben ricordargli che la Patria si serve anche facendo la guardia a un bidone di benzina.
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