Giorni difficili per il nostro territorio sul fronte incendi. Diversi roghi, molti a quanto pare di origine dolosa, sono scoppiati in diverse aree della nostra zona, bruciando parecchi ettari di bosco, mettendo in pericolo la biodiversità e la vita dell’ecosistema. Un’emergenza del tutto prevedibile, vista l’annuale opera da parte di piromani, che poteva e doveva essere affrontata per tempo con efficaci attività di prevenzione.
«Ancora una volta – spiega Vincenzo Saddò dirigente di Fratelli d’Italia Cassino – il nostro territorio brucia per mano dell’uomo. I roghi scoppiati sono spesso di natura dolosa e criminale. Appiccati per fini speculativi, compresi quelli di poco valore, come la ripartenza del pascolo. O per ripicche tra privati o verso la pubblica amministrazione. Bruciare le aree verdi e parte di quel patrimonio paesaggistico e boschivo di cui è custode il nostro territorio non porterà nessuna ricchezza. Ma solo perdite e desolazione sotto il profilo ambientale, paesaggistico ed economico».
Sinergia e impegno
«Per sconfiggere gli incendi – dice ancora Saddò – serve una sinergia e un impegno da parte di tutti i diversi soggetti, che hanno un ruolo a livello nazionale regionale e territoriale nell’antincendio boschivo. In primis servono da parte delle Regioni, che sono responsabili della prevenzione, più azioni e politiche mirate ed efficaci di contrasto del fenomeno. Perché gli incendi si possono prevenire e possono essere evitati. Più difficile è spegnerli. Quando si riesce a domarli, ormai sono andati persi ettari ed ettari di bosco, vegetazione. E sono morti molti animali selvatici. Dal punto di vista degli strumenti normativi, può dare un importante contributo la legge 68/2015 che ha introdotto gli ecoreati nel codice penale».
15 anni di reclusione
«Infatti oltre al delitto di incendio doloso, – spiega il dirigente di FdI Cassino – nei casi più gravi, si può configurare per le conseguenze che hanno i grandi incendi boschivi il delitto di disastro ambientale, introdotto con la legge 68/2015 e che prevede fino a 15 anni di reclusione più le aggravanti. Gli incendi boschivi causano danni di lunga durata, una delle conseguenze più gravi è che, una volta bruciato un bosco e perse le specie endemiche presenti, sempre che vengano attivati interventi per facilitare la ripresa degli habitat naturali, occorreranno svariati decenni prima di ripristinare la condizione della ricchezza di biodiversità».
Una forte azione
«Oltre la prevenzione, – conclude Saddò – lo spegnimento degli incendi e l’attuazione della legge 68/2015 occorrerebbe una forte azione da parte delle autorità competenti per ripristinare la fauna e la flora distrutte. E non lasciare cosi terreni spogli e abbandonati a loro stessi. Un doveroso ringraziamento va ai vigili del fuoco ed ai volontari della protezione civile. I quali nonostante la mancanza di personale e la carenza di mezzi aggiuntivi si adoperano instancabilmente. Mettendo a rischio la loro vita per garantire sempre un pronto intervento in queste circostanze».
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