Ranaldi (Lega): «Se ci dividiamo facciamo il gioco degli altri»

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«Ricordare il passato per meglio interpretare il presente e programmare il futuro; facendo così, si limiteranno gli errori del passato». Con queste parole il Coordinatore della lega di Cassino, Alessio Ranaldi coglie l’occasione della settimana Santa per lanciare anche Lui un messaggio di pace alle varie componenti della Lega. “Nel dividersi – spiega – si fa solo il gioco degli altri”.

Un centro destra unito può aspirare invece a svolgere un ruolo da protagonista nella vita politica di Cassino che, ricorda Ranaldi, essere non solo la seconda Città della provincia di Frosinone. Ma essere anche un centro polarizzatore per l’intero Cassinate. Non solo dal punto di vista culturale con la sua millenaria Abbazia e con la sua Università. Ma anche sotto l’aspetto economico. Vista la presenza di un tessuto produttivo di piccole e medie imprese che costituiscono il grande indotto che si affianca alla realtà Stellantis già FCA.

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Una profonda riflessione

«La politica è fatta di diversità di vedute, ci mancherebbe – spiega il coordinatore della Lega –   ci possono stare anche confronti aspri e serrati. Ma bisogna sempre trovare, attraverso un confronto e non uno scontro a priori la giusta sinesi». Ranaldi invita tutti ad una profonda riflessione cercando a tutti i costi le convergenze e mettendo da parte anche le ruggini del passato.  L’obiettivo del neo coordinatore che ha raccolto alle ultime elezioni amministrative 386 voti è di aprire a tutti i costi un canale di dialogo non solo all’interno della Lega. Ma nell’intero centro destra per evitare di continuare ad essere separati e fare il gioco della sinistra che due anni fa si è vista legittimare dai cittadini la guida della Città.

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Il coordinatore cittadino della Lega, infine, coglie l’occasione «delle imminenti festività per porgere alla Cittadinanza tutta, alla politica, senza alcuna distinzione di colore, gli auguri di una serena Pasqua. E lanciare quel messaggio di speranza affinché si possa riprendere al più presto la normalità che la pandemia  ha sottratto».

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