Un post finito nel mirino e una querela per diffamazione. Questo quanto accaduto all’allora consigliere comunale Renato De Sanctis che a margine di una delle assisi civiche e dopo la pubblicazione di un articolo, affidò ai social una dura critica nel novembre del 2021. Le sue parole prendevano in analisi un articolo di una testata locale e l’amministratore si lasciava andare nei toni con fare fortemente sarcastico nei confronti dell’autore dell’articolo. La penna autrice del pezzo giornalistico finito sotto la lente, Alberto Simone, valutò quel post come diffamatorio nei confronti della sua persona e della professione. Si passò quindi alle vie legali con una querela. Dopo diversi anni di iter legale, con richieste di archiviazione e successive opposizioni, il tribunale di Cassino ha definitivamente messo parola fine alla querelle archiviando in via definitiva il procedimento in favore di De Sanctis, difeso dall’avvocato Venturi. La decisione è arrivata nei giorni scorsi.
In pratica i toni, seppur particolarmente critici e “sopra le righe”, caratteristiche ben note e peculiari del De Sanctis, sono stati ritenuti entro i limiti dell’ammissibilità critica.
Questo però ci riporta a due aspetti che in questa città da anni caratterizzano la vita pubblica e sociale, quello che vede il dibattito politico particolarmente duro e il dialogo con l’informazione altrettanto difficoltoso. E la parte preponderante che nelle attività quotidiane della comunità hanno conquistato i procedimenti legali, dove querele, esposti, denunce più o meno anonime – non è questo il caso specifico ovviamente – trovano spazio con estrema facilità. Lo stesso De Sanctis durante il periodo in cui ha rappresentato la cittadinanza come consigliere comunale, ha dovuto far fronte a diversi procedimenti. Come lui anche altri colleghi. Poco importa della fazione, al dibattito politico si è sostituito il mezzo legale.
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