Rappresentato e difeso dall’avv. Nando Schiavi il Comune di Cassino ha vinto una importante causa intentata nei suoi confronti dall’Ater di Frosinone che rivendicava canoni di locazione per la struttura di via Montecifalco, nel quartiere Colosseo, adibita a scuola dell’infanzia. Si è trattato di una rivendicazione avviata a gennaio del 2019 che, stante l’importo complessivo (a conti fatti, in totale quasi settecentomila euro), se riconosciuta, avrebbe messo in ginocchio le casse comunali.
La sentenza è stata emessa l’altro ieri dal Tribunale di Cassino nella persona del giudice Michela Grillo. L’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica della provincia di Frosinone, rappresentata dall’avv. Giorgio Iadanza, sul presupposto che la struttura edilizia fosse di sua proprietà, chiedeva al Comune la somma di Euro 528.362,88 quale indennità di occupazione per il periodo da gennaio 2012 a dicembre 2018, nonché il pagamento di quant’altro dovuto dal Comune a titolo di indennizzo con decorrenza dal primo gennaio 2019, oltre al risarcimento del danno subito. Compresi, naturalmente, interessi e rivalutazione monetaria. Il “quant’altro dovuto”, faceva riferimento all’applicazione di un canone annuale di 62.739,28 euro, più Iva, e si dichiarava la disponibilità da parte dell’Ater a rinnovare il fitto.
In caso di mancato accoglimento delle proposte, si chiedeva al Tribunale civile di disporre l’immediata restituzione dell’immobile.
L’avvocato Schiavi, legale del Comune, ha sostenuto l’infondatezza della richiesta dell’Ater sia in fatto che in diritto. In particolare, la non sussistenza di un valido motivo attestante la proprietà dell’immobile in capo all’Ater, nonché quella della sottoscrizione di una convenzione. Richiamava, altresì, l’assenza di un valido contratto di locazione riguardante l’immobile. Esisteva solo un accordo stragiudiziale stipulato nel luglio 2010 dalle parti “ma, mancando tutti i presupposti normativi – a parere del legale – questo non poteva in alcun modo far emergere vincoli locatizi a carico del Comune e dell’Ater”.
In contrasto di un’altra questione sollevata dalla controparte, è stato altresì sostenuto che non vi è stata indebita occupazione e ingiustificato arricchimento, in quanto si è trattato di un immobile destinato allo svolgimento della funzione pubblica scolastica, esercitabile esclusivamente dal Comune che, nel corso degli anni, ha impiegato varie risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura.
Il Tribunale ha quindi rigettato le domande dell’Ater e condannato l’Ente territoriale a farsi carico delle spese del consulente tecnico d’ufficio e alla rifusione in favore del Comune delle spese di lite (10.860 euro per compensi, spese generali Iva e cap come per legge).
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