La Guardia di Finanza del gruppo di Cassino ha portato a termine l’operazione “Luna Viola” con la notifica di un’ordinanza cautelare nei confronti di più persone che, a vario titolo sono accusate di associazioni per delinquere e corruzione.
La Guardia di Finanza, al termine di articolate indagini di polizia giudiziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino – nella persona del dott. Andrea Corvino, Sost. Proc. – ha eseguito nelle prime ore della mattina un’ordinanza di custodia cautelare domiciliare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale – dott.ssa Alessandra Casinelli – nei confronti di soggetti indiziati di appartenere a un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione.
I sodali avrebbero favorito l’accesso al corso per l’ammissione ai “percorsi di formazione per conseguire la specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità” – cosiddetto “TFA” – in relazione al concorso bandito per l’anno 2022/2023 dall’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, a fronte della dazione di circa 15.000 euro a candidato, corrisposti in tranche da 5.000 euro, nell’imminenza di ciascuna delle tre fasi concorsuali.
In particolare, le investigazioni di polizia giudiziaria, delegate alle Fiamme Gialle del Gruppo di Cassino, eseguite anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese e indagini bancarie, hanno consentito di acquisire elementi indiziari nei confronti di due professori dell’Università di Cassino, membri della commissione giudicatrice del concorso, di un Direttore del menzionato Ateneo – che non figura tra gli arrestati – e del titolare di un istituto privato di alta formazione, con sede a Sora. Oltre ai membri del sodalizio, le indagini hanno riguardato anche ulteriori 23 soggetti, tra cui gli aspiranti concorrenti che, nell’imminenza di ognuna delle tre prove concorsuali, a fronte della promessa del buon esito delle stesse, avrebbero corrisposto al titolare dell’istituto sorano la somma di 5.000 euro.
Le indagini hanno permesso di individuare anche una fitta di rete di soggetti aventi il ruolo di presunti intermediari, in grado di mettere in contatto l’istituto sorano con chiunque volesse avere accesso privilegiato alle fasi concorsuali. Successivamente, a fronte della dazione di denaro, il titolare del centro di formazione privato avrebbe ottenuto dal dirigente dell’Università di Cassino una ristrettissima lista di quesiti da cui sarebbero stati sorteggiati i test somministrati in sede di prova preselettiva, provvedendo poi a diramarli ai concorrenti in prossimità della prova concorsuale.
Tanto lo sgomento in città per la notizia che fin dalle prime ore dell’alba si è repentinamente diffusa.
Clicca qui per leggere ulteriori notizie