Tafferugli al Salveti, arriva la decisione del giudice sportivo per il Savoia

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Una brutta pagina sportiva quella che si è consumata ieri pomeriggio a Cassino. Prima allo stadio Salveti, e dopo anche fuori, nel vicino centro commerciale dove due giovani tifosi sono stati presi di mira dalla tifoseria ospite che li ha aggrediti.

“Quel che è successo ieri mi fa riflettere su alcune cose. La prima è che le forze dell’ordine non hanno svolto il loro dovere adeguatamente. Sono entrati botti di tutti i tipi, e questo non va bene, se dall’altra parte non lasciano passare niente. E poi il pestaggio dei due ragazzi agli Archi significa che li non hanno bloccato i trenta savoiardi che se la sono presa con due di noi. La seconda cosa che vorrei dire, è che noi beneficeremmo di gran lunga non essere inseriti nel girone con le campane. Perché lo sanno tutti cosa succede. Ieri non è stata una partita regolare. I calciatori erano intimiditi da quello che accadeva. L’invasione di campo ha peraltro prodotto il silenzio del nostro tifo, quasi come se giocassimo fuori casa.

La società dovrebbe fare qualcosa, perché se si permette di spadroneggiare in questo modo, saremo sempre meno, non di più”. L’analisi di un tifoso che ha incontrato particolare approvazione dai cassinati.

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Di seguito il comunicato ufficiale di Emanuele Filiberto di Savoia, principe di Piemonte e di Venezia


“In merito a quanto accaduto oggi, nell’intervallo della gara Cassino-Savoia, il sottoscritto a titolo personale ed a nome del Savoia Calcio, intende stigmatizzare e denunciare il comportamento scellerato ed irresponsabile di alcuni teppisti che si erano confusi tra i tifosi veri della nostra squadra. Il comportamento di cui si sono resi protagonisti questi personaggi, che infangano il nome di Torre Annunziata e nulla possono avere a che fare con i nostri appassionati sostenitori, è stato un atto idiota e fortunatamente senza conseguenze, anche grazie al fattivo intervento dei nostri tesserati affinché gli stessi venissero riportati quanto prima sugli spalti dello stadio Salveti che ha dimostrato, va detto, di essere inadeguato ad ospitare un numero sostenuto di fan come accade quando gioca il Savoia in trasferta: il cancello dal quale sono penetrati i vandali per la loro scorribanda sul terreno di gioco, non era dotato di una solida chiusura e non era adeguatamente sorvegliato. Ciò non toglie il nostro desiderio di fare luce sull’accaduto, perché come abbiamo sottratto la proprietà del Savoia dalle mani della camorra, allo stesso tempo siamo pronti a collaborare con le forze dell’ordine per individuare i responsabili di un gesto che mal si concilia con i principi di correttezza, lealtà e sportività che caratterizzano il nostro sodalizio. A tal proposito chiediamo a chi fosse in possesso di video grazie ai quali sia possibile risalire all’identità dei teppisti, di consegnarli a noi, per poi utilizzarli affinché vengano irrorate ai responsabili le adeguate sanzioni. È forte il desiderio di estirpare definitivamente queste metastasi che non riusciranno a rovinare il nostro progetto di sport e di crescita per la città di Torre Annunziata”.

La decisione del giudice sportivo: tre gare in campo neutro senza tifosi

Arriva anche la decisione del giudice sportivo per il Savoia. Gli atti vandalici di alcuni tifosi a Cassino costano tre giornate di squalifica e a porte chiuse per la squadra di Campilongo. Durissimo il comunicato del giudice sportivo. “Per avere propri sostenitori in campo avverso: introdotto ed utilizzato materiale pirotecnico in particolare 8 bombe carta di cui 7 lanciate nel campo per destinazione e una sul terreno di gioco. Alcune di queste in 2 occasioni cadevano non lontano da un assistente arbitrale procurandogli dolore e forte ronzio all’orecchio sinistro. A fine gara si rendeva necessario un controllo medico e una visita al pronto soccorso in cui veniva refertata la diagnosi “sospetto di trauma acustico da rumore orecchio sinistro” con una prognosi di 7 giorni. Nel corso dell’intervallo, circa 50 dei medesimi, facevano irruzione sul terreno di gioco dopo aver aperto un cancello e si posizionavano a ridosso della tribuna per lanciare fumogeni ed altri oggetti all’indirizzo della tifoseria avversaria. Sanzione così determinata in ragione della condotta atta a creare nocumento all’incolumità dei presenti”.

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