Botta e risposta, Noury incalza Galasso: “Sarebbe stato forse più opportuno arrivare a una transazione”

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“Ha ragione la collega di maggioranza Mercedes Galasso a sostenere che mi sia fermata  al tempo della sentenza, che ha condannato il comune di Cassino a corrispondere ben 254 mila euro ad una dipendente, ovvero al 2024 e che non mi sia soffermata a ragionare anche sui tempi in cui la dipendente aveva svolto delle funzioni che spettavano al dirigente di allora (ci stiamo riferendo ai tempi della amministrazione Scittarelli come detto dalla collega Galasso); le voglio rispondere che se non l’ho fatto è stato soltanto per “carità di patria” tant’è che l’osservazione da me svolta sui comportamenti virtuosi di un  amministratore  va al di là dell’appartenenza politica, che sia di destra o di sinistra”. Ad intervenire è la consigliera d’opposizione Nora Noury.   

Sorprende che il giudizio in questione è stato iniziato soltanto nell’anno 2021 con il deposito del ricorso. Se l’amministrazione comunale non avesse resistito in giudizio avrebbe sicuramente fatto risparmiare alla collettività una somma cospicua, considerato che poteva raggiungere un accordo sicuramente più favorevole rispetto a quanto stabilito dal Giudice. La vicenda così come descritta in sentenza avrebbe potuto interessare la magistratura contabile. Infatti, in sentenza si legge che “l’organo dell’Ente ha quindi esplicitamente riconosciuto che la predetta dipendente ha di fatto svolto funzioni dirigenziali vicarie, pur in presenza di un dirigente di settore preposto, il quale tuttavia, non risulta aver impartito, dai documenti in atti, alcuna direttiva o indirizzo nel periodo in oggetto di causa, limitandosi a dismettere di fatto l’esercizio di funzioni dirigenziali perché le stesse fossero esercitate dalla ricorrente”. Per questo la cosiddetta causa (che, ribadisco, non si sarebbe dovuta fare) si è definita soltanto con la semplice valutazione della documentazione prodotta dalle parti. Stando così le cose, l’Amministrazione Salera avrebbe potuto tranquillamente sottoscrivere un atto di transazione ante causam evitando di gravare le casse comunali, già per sé indebitate, di un ulteriore incarico legale visto l’esito sfavorevole del giudizio ampiamente preventivabile. Un accorto amministratore ha il dovere di programmare gli esiti nefasti di cause perché la Magistratura Contabile non tollera il perpetuarsi di spese legali, che sono inutili quando da principio le valutazioni di resistere in giudizio sono sfavorevoli.

Da ultimo, una curiosa annotazione, si segnala che la dipendente in questione, salve omonimie, è stata candidata in una delle liste che supportava la candidatura dell’attuale sindaco.

Sarebbe dunque auspicabile che chi “ha costretto” la dipendente a ricorrere al Giudice si faccia carico di sostenere almeno le spese legali senza che si vada a gravare ulteriormente sui conti pubblici”.

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