Marco De Angelis, una vita votata al prossimo. E una morte arrivata troppo presto

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Quando arriva la morte, porta spesso con se dolore e vuoto. Accade per persone note, per persone meno note. Accade per persone che si conoscono bene o che fanno parte della propria famiglia, ma anche per qualcuno che si conosceva solo di vista. Quando questa mattina quando si è diffusa la notizia della prematura morte di Marco De Angelis non c’è stata una persona, un passante, un commerciante, un cittadino che non abbia espresso parole di dolore e rammarico per questa scomparsa.

Marco non era un volto istituzionale, non era un politico o un direttore d’impresa. Marco era un ragazzo cresciuto nel cuore della città, sempre pronto ad ascoltare, ad accogliere. Ha votato la sua vita agli altri, oltre a portare avanti il suo impegno come avvocato a livello professionale. Un amorevole marito, un dolcissimo padre, Marco è stato il punto di riferimento per tantissime persone. Tra i banchi della chiesa di Sant’Antonio e non solo.

Per centinaia di giovani coppie che, insieme alla moglie Annapaola, ha accompagnato al giorno più importante, quello del fatidico sì. Per tante donne, mamme, giovani e meno giovani che hanno chiesto aiuto, a volte anche con estrema difficoltà, al Centro di Aiuto alla Vita. E Marco c’è sempre stato, mai assente, sempre lì, serio quanto basta, sempre tenace, con i suoi toni pacati e con un sorriso buono e sincero, tanto da lasciare senza possibilità di controbattere. Un consiglio in tasca, un abbraccio al bisogno e un amico sul quale poter contare sempre.

Correva Marco nelle strade del centro, la mattina con la sua agenda, ma non risparmiava un saluto cordiale, uno scambio di opinioni. E amava così profondamente la sua famiglia, le sue ragazze, di cui era profondamente fiero.

I social si sono riempiti di post, ognuno ha voluto raccontare un aneddoto, un momento vissuto con l’amico, ha voluto descrivere la persona che è stata Marco. Ognuno a modo suo, ma tutti con le stesse parole, un uomo buono, che ha dato tanto agli altri senza chiedere mai niente in cambio. Che ha partecipato attivamente alla vita della comunità. E Marco ha sfiorato le vite di tantissime persone.

Aveva solo 55 anni, giovanissimo e ancora impegnato a dare tanto, anche in questi mesi durante i quali ha combattuto con la malattia. Una malattia che sta portando via tante, troppe persone, una malattia che ruba un pezzetto dopo l’altro, un giorno dietro l’altro. Marco ha continuato a incontrare gli amici, a parlare con loro, a cercare soluzioni per chi ne avesse bisogno. Ha continuato a voler dare, a essere utile, a tendere una mano, anche nella debolezza, anche nel dolore. Anche nella paura. Perché Marco era un uomo, un uomo come quelli che ha aiutato e che aiutava, con le sue debolezze, le sue virtù, con i suoi valori così forti e ben saldi da aver ancorato centinaia di anime alla sua.

Marco se ne andrà nel composto silenzio e nel profondo dolore, ma anche nel grandissimo abbraccio di una comunità che lo ha amato e rispettato tantissimo in vita così come nella morte.

La sua famiglia, i suoi colleghi di Foro, i suoi amici di una vita, i conoscenti potranno salutarlo domani alle 15.30 nella chiesa Concattedrale di Cassino. Una vita che si è spenta decisamente troppo presto, ma con essa non si è spenta la fiamma che ha illuminato la strada percorsa. Una fiamma che continuerà a guidare e ad ispirare ancora tante persone.

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