Incognite per gli ambulanti, da due settimane in attesa di un incontro con sindaco e assessore

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Immediatamente dopo la prima giornata del trasferimento di parte dei banchi del mercato, i commercianti manifestarono apertamente il loro disappunto. Molti di loro decisero l’ultimo sabato di agosto di non esporre la merce in segno di protesta per non aver avuto ruolo nella decisione, una decisione imposta dall’amministrazione e subita dal settore piante e fiori, casalinghi e animali. Questo accadeva sabato 31 agosto. Il lunedì successivo, il 2 settembre, oltre una decina di commercianti ambulanti che ogni settimana raggiungono Cassino per il mercato, hanno deciso di presentare una richiesta ufficiale al sindaco Salera “i commercianti del settore merceologico casalinghi, piante e fiori, vendita animali, chiedono un incontro urgente con Lei e l’assessore al commercio per affrontare una serie di problemi di immediata ricaduta sociale relativi alla ricollocazione del mercato settimanale del sabato. Certi della sua disponibilità a un confronto franco e articolato, restiamo in attesa di una sua cortese risposta e le inviamo cordiali saluti”.
Dalla richiesta sono passate due settimane circa e dell’atteso confronto non c’è stato neanche un minimo accenno. Alcuni commercianti avrebbero però avuto informazioni riguardo un incontro interno che si sarebbe tenuto in Comune. Senza la loro presenza, la presenza di chi aveva richiesto un confronto.

La scorsa settimana alcuni di loro hanno provato a esporre la propria merce con scarsi, scarsissimi risultati. Pochissimo passaggio, se non per piante e fiori dove i clienti si recano sapendo di preciso cosa acquistare. Alle 12 molti avevano già deciso di smontare e di chiudere. Pochi euro in cassa e tanta amarezza.

“Non meritiamo questa indifferenza – spiegano – abbiamo chiesto un incontro costruttivo, un confronto. Ci è stato detto che non avevamo neanche provato, e così lo abbiamo fatto. I nostri settori merceologici sono particolari. Se siamo tra i banchi dell’abbigliamento o anche della frutta e della verdura i passanti facilmente si fermano a prendere qualcosa, ma chi attraverserebbe la città per venire a comprare un oggetto per la casa? Ci stanno spezzando le gambe. E questo silenzio lo troviamo oltre che poco rispettoso nei confronti del lavoro e delle tasse che paghiamo, anche nei confronti delle nostre famiglie”.

Domani i commercianti torneranno ancora nella città martire e, forse, qualche amministratore tornerà tra di loro a incitare a lavorare, ad attendere che la gente si abitui, a tenere duro. Ma con la tenacia e l’attesa non si mette il cibo in tavola, non si pagano le bollette o i collaboratori, tantomeno si possono pagare le tasse. I commercianti, davanti a una debacle di questo tenore, potrebbero decidere che non ne vale la pena e potrebbero anche non venire più a Cassino. Una perdita per un mercato storico come quello della città martire, punto di riferimento per il territorio da decenni, ma che ultimamente tra Covid e decisioni imposte, sta registrando numerose criticità.

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